Denis: «Vi chiedo scusa per la reazione di domenica»
«Ci tengo a spiegare alcune cose e a scusarmi con i tifosi per la reazione che ho avuto domenica all’uscita dal campo. Non è stato un bel gesto, lo hanno visto tutti e all’interno dello spogliatoio mi sono già chiarito e scusato, ma credo sia importante farlo anche con tutti gli appassionati. Ho sentito gli applausi al momento della sostituzione, in questo periodo per me è importantissimo percepire l’affetto del pubblico e quindi voglio ringraziare pubblicamente la gente dell’Atalanta: sento la vicinanza di tutti, grazie davvero».
Parla da capitano e da leader, German Denis. Le sue parole scorrono lentamente, il bomber argentino dopo alcuni giorni decide di parlarne con BergamoPost. Vuole tornare sull’episodio che lo ha visto protagonista nel finale di gara dell’ultima sfida col Parma e le sue parole arrivano chiare. Chiarissime.
«Ero arrabbiato con me stesso – continua il numero 19 nerazzurro - perché non riuscivo a far vincere la squadra, la reazione non voleva essere contro nessuno e tantomeno contro il mister. Ogni tanto però mi parte la brocca e non va bene. Ho perfino fatto fatica a togliere la fascia da capitano per darla a Cigarini, non volevo assolutamente strapparla. Sono consapevole che certe reazioni sono sbagliate, non voglio che si costruisca un caso, ma capisco che ciò che si è visto non va bene perchè è stato un atteggiamento egoista».
Dunque, nessuna polemica contro Colantuono, ma solo tanta voglia di tornare ad essere importante per la squadra e per il gruppo in un momento certamente non semplice.
«Sento ogni giorno il grande supporto della gente - spiega Denis -, tutti mi dicono di stare tranquillo che il gol arriverà. Nei tre anni passati sono stato al massimo 5 partite senza fare gol, voglio interrompere questo digiuno perché per un attaccante la cosa più importante è riuscire ad andare in rete. Non credo che sia un problema di preparazione iniziata in ritardo, perché in Argentina ho lavorato moltissimo. Appena tornato in Italia questo problema ai tendini mi ha condizionato perché giocavo con il dolore. Dal punto di vista psicologico, senza voler accampare scuse, sono passato da un momento di massima tensione quando il piccolo Benjamin era in ospedale ad uno relativamente tranquillo per il fatto che il peggio era passato. Magari, inconsciamente, questo ha inciso. Sotto il profilo atletico mi sento sempre meglio, la miglior prestazione è arrivata contro la Juventus in notturna e per questo dico che anche il caldo non è stato un elemento a mio favore: quella sera, avessi segnato il rigore, sono sicuro che sarebbe arrivato anche un altro gol. Mi sentivo benissimo».
Al gol di Boakye, domenica, la panchina è esplosa: segno di un grande gruppo. «La vittoria è stata importantissima, sono davvero felice che sia arrivato il gol di Boakye perché abbiamo giocato bene e meritavamo il successo. Sapevamo che non era facile, era fondamentale non prendere gol perché prima o poi saremmo riusciti a trovarne uno. Siamo davvero un gruppo importante, sento ogni giorno la fiducia di tutti i ragazzi che sono nello spogliatoio e penso solo a lavorare al massimo».
Ora ci sono quattro gare di cui tre lontano da Bergamo. Titolare o meno, l’obiettivo di Denis è chiaro e si chiama continuità. «Abbiamo avuto un calendario complicato. Tra Fiorentina, Inter e Juventus, forse meritavamo di perderne una, ma nella altre due sfide qualche punto potevamo strapparlo. Ora ci sono Udinese e Napoli, i partenopei attraversano un periodo complicato, ma il nostro obiettivo dev’essere sempre quello di prendere dei punti. Siano 3 o solo 1, contro di loro e poi anche contro Torino e Sassuolo. Io, come sempre, sono a disposizione del mister e del gruppo, la cosa che conta di più è che l’Atalanta raggiunga un risultato positivo».
In attesa di vedere se domenica Colantuono gli riserverà un turno di riposo oppure no, il Tanque è sicuro di come verrà accolto il primo gol stagionale. Qualche esultanza particolare in vista? «Macchè, l’unica cosa di cui sono certo è che farò un urlo che potranno sentire anche in Argentina. Deciderò al momento come esultare, l’importante è riuscire a sbloccarsi per gioire con i miei compagni e con tutti i tifosi».