ZeroSprechi, l'app bergamasca per donare il cibo ancora buono che non consumiamo
Se si riuscisse a ridurre anche solo dell’1 per cento, nella sola provincia di Bergamo si potrebbero risparmiare oltre 2 milioni di euro
L’obiettivo è quello di creare una rete di contatti tra cittadini per scambiare cibo ancora commestibile grazie a punti di raccolta prestabiliti. A Bergamo è stata presentata oggi (venerdì 29 ottobre), all’interno del palinsesto d’iniziative di Agricultura e Diritto al Cibo 2021, ZeroSprechi, l’applicazione con cui è possibile donare alimenti che altrimenti scadrebbero perché non consumati (è online sia sul PlayStore sia sull'AppStore).
Un progetto promosso da Palazzo Frizzoni, sviluppato con il supporto strategico di NT Next - Evolving Communication. Secondo le stime, se si riuscisse a ridurre lo spreco alimentare domestico anche solo dell’1 per cento, nella sola provincia di Bergamo si potrebbero risparmiare oltre 2 milioni di euro.
«Quello delle eccedenze alimentari è un tema di sempre maggiore attualità, soprattutto alla luce della situazione economica e sociale originata dalla pandemia – osserva l’assessore alle politiche sociali Marcella Messina -. L’Amministrazione, che con la firma nel 2019 dell’Urban Food Policy Pact ha ufficializzato il proprio impegno per la sostenibilità e la consapevolezza nel consumo del cibo, sta dando oggi ancora maggiore impulso alle esperienze di welfare collaborativo. Aprendo i propri confini operativi ad associazioni, reti familiari e cittadini, il Comune intende promuovere una collaborazione “dal basso” nella costruzione di servizi di pubblica utilità e nella realizzazione di reti di supporto».
ZeroSprechi, punta a coinvolgere i cittadini, impegnandoli a dare maggiore valore al cibo e a partecipare a questa rete di scambio. L’applicazione potrà servire anche nell’intercettare i bisogni di quelle persone in difficoltà di cui i servizi sociali non sono a conoscenza.
Partner del progetto è la cooperativa sociale Namasté, da vent’anni impegnata nel sostegno delle persone con fragilità, che affiancherà ZeroSprechi all’iniziativa chiamata Dispensa Sociale, che già oggi recupera le eccedenze alimentari nei punti vendita di Bergamo e provincia e le ridistribuisce sul territorio.
Bergamo, infatti, è anche una delle prime città in Italia ad aver adottato, a partire dal 2018, la legge Gadda, che prevede agevolazioni tariffarie per quei soggetti che devolvono cibo a enti con finalità sociali. In particolare riduzioni della Tari per chi opera nella grande distribuzione e nella grande ristorazione devolvono a enti no-profit una soglia minima di 15 mila euro di merce in controvalore.
Come funziona ZeroSprechi
La App permetterà di donare e ritirare gratuitamente il cibo non consumato. Un sistema che non può quindi prescindere dall’idea di creare una rete di utenti nella quale chi prende gli alimenti è, forse, ancora più virtuoso di chi li dona proprio perché, nel raccogliere l’offerta di cibo attraverso il passaggio di casa in casa o nel centro di deposito, dimostra di aver acquisito l’obiettivo culturale di abbattere lo spreco.
Il progetto pilota è stato lanciato, per il momento, in un perimetro circoscritto alla città di Bergamo, ma ha l’ambizione di espandersi ed essere adottato anche altrove. «Crediamo che l’applicazione possa allargare la platea dei consumatori di cibi ancora buonissimi a rischio spreco e non più solo a coloro che ne hanno necessità – aggiunge Raffaele Avagliano, coordinatore della Dispensa Sociale di Namasté -. È un ulteriore strumento per creare prossimità e coesione tra concittadini».
A ZeroSprechi ha contribuito anche EY Foundation Onlus, attraverso una donazione del valore di 14 mila euro. La piattaforma e l’applicazione sono state sviluppate da Deep Lab, società specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche che è promotrice del progetto BitGood, sul quale si basa questa iniziativa.