Una carriera in giro per il mondo

Brindiamo a Claudio con il suo Marta’s Daiquiri, un cocktail al top

Brindiamo a Claudio con il suo Marta’s Daiquiri, un cocktail al top
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Il cocktail delle meraviglie? Lo si può gustare, sorseggiare davvero a due passi da casa, più precisamente a Grassobbio. Il bergamasco classe ’83 Claudio Carminati, capo barman del Winter Garden Hotel (albergo a quattro stelle in territorio grassobbiese) è infatti fresco vincitore dell’annuale edizione della Mixer Cocktail Challenge, concorso ufficiale indetto dall’azienda Mixer Srl (leader nella produzione di polpe di frutta e premix per la miscelazione) e dedicato a barman e bartender, e più in generale ai professionisti del settore bar & beverage. La finale nazionale si è svolta a fine settembre al "Settimo piano" dell’hotel Lungomare di Riccione: i sei finalisti hanno dovuto ingegnarsi per preparare un cocktail usando uno o più ingredienti Mixer a sorpresa contenuti nella "mixery box" (un po’ come succede nell’arcinoto format televisivo MasterChef).

 

[Claudio Carminati (al centro) primo classificato alla Mixer Cocktail Challenge]

 

Da primo classificato, Carminati si è aggiudicato un pacchetto completo (volo, hotel e biglietti d’ingresso) per il Bar Convent di Berlino, autentica “Mecca” ed evento imperdibile per tutti gli amanti di spirits e mixology. Quale occasione migliore, quindi, per intervistare questo fuoriclasse bergamasco, a partire dalla storia dei suoi esordi professionali: «La mia passione per il bar nasce per necessità economica: lavoravo come impiegato diurno e come barman la sera. Un mondo però che mi piace talmente tanto che decido di trasformare questa passione nel mio lavoro. Svolgo quindi della formazione e investo su me stesso, prima a Bergamo e provincia, e poi nel milanese, frequentando due scuole di settore molto rinomate, ovvero l'ateneo del bartending Planet One e la Campari Academy. A questi due percorsi di studio ho affiancato altri seminari e specializzazioni varie, anche tematiche, come ad esempio sul whisky o sulla tequila. Passione e professione, saldate insieme, mi hanno quindi portato a spasso per il mondo, per approfondire la mia idea sul cocktail bar e anche per divertirmi: ho fatto diverse stagioni in Valtellina, poi sono stato in Nord America, Inghilterra e sull’isola di Malta, e ora sono tornato nella natia Bergamo, anche per stare più vicino alla famiglia».

In semifinale, Carminati ha convinto la giuria del contest riccionese (composta da professionisti e giornalisti di settore oltre a barmen e barladies di grido) proponendo il cocktail Bernard (alcolico servito in coppetta, che si è guadagnato anche il premio della critica dalla rivista Mixer Planet) e Papa Zen (analcolico offerto in un bicchiere giallo). Il primo è un twist su White Lady (cocktail della tradizione), un drink fresco, beverino e dai toni erbacei, formato da Gunpowder Gin irlandese con un mix di limone e fiori di sambuco; il secondo è proposto con polpa Mixer di papaya e zenzero col cento per cento di frutta, estratto di ananas, succo fresco di mirtillo rosso e lime, oltre a una soda fatta in casa e a base di cannella. In finale, invece, la svolta con ingredienti a sorpresa e con soli dieci minuti di tempo a disposizione, il barman orobico ha trionfato con il suo Marta’s Daiquiri, un twist su daiquiri, drink dai picchi acidi, ottenuto miscelando rum bianco e un mix tropicale con maracuja, ananas e mango, il tutto rifinito con succo di lime e arancia.

 

[I cocktail del successo]

 

Da parte del barman orobico anche qualche considerazione sui drink in ascesa nel 2019: «Per il prossimo anno vedo sicuramente alla ribalta i cocktail a base di prodotti di miscelazione di nicchia, come ad esempio il sakè giapponese; per quanto riguarda il mercato italiano, i fari saranno invece puntati sui drink a base grappa. Le mie preferenze? Personalmente tendo verso gusti più acidi o “sour”, piuttosto che dolci; provo comunque sempre a mettermi a completa disposizione del cliente per confezionare un drink per così dire “sartoriale”, ovvero costruito attorno al suo palato». Qualche cenno, infine, sui progetti futuri e aspirazioni personali: «Il sogno è sicuramente quello di aprire un bar tutto mio, di proprietà, dove potermi esprimere a pieno. Ho nel mirino anche altre gare e competizioni, ma soprattutto vorrei personalmente – col patrocinio della Pro Loco di Bergamo – un circuito di cocktail bar nella mia città che, ne sono convinto, potenzialmente non ha nulla da invidiare a piazze importanti come Milano o Roma».

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