Buon viaggio, Colantuono

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Adesso che Stefano Colantuono ha ufficialmente risolto il suo contratto con l'Atalanta per andare ad allenare l'Udinese, s'impongono tre post it.

1) Indipendentemente dall'esonero - e Dio solo sa quanto sia costato a Percassi interrompere il rapporto con l'uomo della promozione e dei 52 punti sul campo nell'anno del meno sei - Colantuono rimane per sempre nella storia dell'Atalanta: per i risultati che ha ottenuto nel momento più delicato nella storia recente del club; per non avere mai mollato quando imperversava la bufera delle scommesse; per avere scritto pagine indelebili come le sei vittorie consecutive in serie A; per avere incassato con dignità quell'esonero che si era reso improcrastinabile, per il bene dell'Atalanta e dello stesso tecnico, prigionieri di una spirale negativa che poteva comportare conseguenze disastrose, cioè la retrocessione.

2) Colantuono ha sempre avuto il pregio della franchezza. Come quando, dopo la sconfitta di Udine, bergamopost gli pose le domande che tutti i tifosi nerazzurri si ponevano: cioè dove diavolo fosse finita l'Atalanta. Attribuendoci poteri che non abbiamo e facendo torto a un signore del calibro di Percassi, ci fu chi interpretò quelle domande come una lettera di licenziamento spedita per interposta persona. Capita a chi non è aduso dire ciò che pensa pensando a ciò che dice e ritiene che il mondo sia solo pieno di servi. Transeat. Colantuono prese cappello, ma quando bergamopost gli spiegò le ragioni delle sue domande, capì che, a dire le cose come stanno, non si sbaglia mai.

3) Sciascia ha scritto nel Giorno della Civetta: «...e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, che mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più in giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre».

Colantuono appartiene alla prima categoria. I bergamaschi lo sanno. E non dimenticano.

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