La festa di filo-britannici e protestanti

Cos'è il "The Twelfth" nell'Ulster

Cos'è il "The Twelfth" nell'Ulster
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I bancali in legno sono già stati raccolti nei quartieri protestanti di Belfast, si attende venerdì per impilarli uno sopra l’altro: diventeranno torri gigantesche in legno, alveari alti fino a 30 metri. Nella notte gli si darà fuoco: attorno centinaia di unionisti attenderanno così l’arrivo del Twelfth, il 12 luglio, giorno quasi sacro per l’anima filo-britannica dell’Ulster, atteso invece con paura e sentimenti di rivalità dai repubblicani. In questo giorno si ricorda la Battaglia del Boyne, la vittoria di re Gugliemo d’Orange nel 1690 su Giacomo II, cattolico, evento con cui l’Irlanda finì assoggettata alla corona britannica, sotto la quale sarebbe rimasta fino al XX secolo.

Un giorno tanto importante per una fetta della popolazione quanto irrispettoso per l'altra, una data che balla tra l'onore della memoria e la provocazione. Il 12 luglio negli ultimi anni è diventata una delle date più tese per il Nord Irlanda, questo sebbene i Troubles, il lungo periodo di guerra civile che ha dilaniato questo Paese, siano finiti ormai da quasi due decenni: gli anni più sanguinosi dell’Ira sono, grazie a Dio, soltanto un ricordo e adesso l'Ulster vive una situazione di sostanziale pace. Ma a guardare quanto accade in questi giorni appare evidente che sotto la cenere c’è ancora odio e rivalità fortissime. Le pire che ardono la sera prima del 12 luglio hanno un valore simbolico: ricordano i fuochi che dalle coste delle contee di Down e Antrim accompagnarono la navigazione notturna dei britannici verso il fiume Boyne. Talvolta, però, i protestanti usano questi falò per schernire la controparte filo-irlandese: capita con frequenza che ai bancali vengano affisse bandiere della Repubblica Irlandese o del Vaticano, immagini di ex-militanti dell’Ira o del Papa. Fece scalpore, un anno fa, la foto di una statua della Madonna adagiata ai piedi di una di queste torri: rubata da una vicina parrocchia cattolica, stava per essere data alle fiamme pure lei, ma poi le stesse autorità lealiste la tolsero per riconsegnarla ai cattolici.

Ma ciò che è visto con più apprensione non sono tanto i roghi notturni, quanto la parata che il giorno dopo è organizzata annualmente dai protestanti, che sfilano festosi con bande e ordini organisti. Ogni anno si discute con asprezza in merito alle vie dove lasciar transitare il corteo, se permettere cioè agli unionisti di passare attraverso quartieri cattolici, dove ovviamente i residenti gli aspettano con atteggiamenti tutt'altro che accoglienti. I festeggiamenti durano tutto il giorno, e se al mattino a sfilare ci sono molte famiglie con bambini, al pomeriggio, quando i cortei si dividono e s’avvicinano alle zone pericolose, rimangono solo le bande musicali e gli uomini. D’altronde, il Twelfth è l'apice del lungo periodo chiamato Parades Season, la stagione delle parate, durante la quale eventi commemorativi di questo genere sono frequenti, spessissimo a connotazione settaria. E il problema dei percorsi è talmente sensibile che da anni esiste una commissione pubblica super partes, la Parades Commission, che decide se e dove far sfilare le bande.

Gli incidenti per il 12 luglio purtroppo sono frequenti. Un anno fa, ad esempio, i lealisti si scontrarono con la polizia, schierata a bloccare l’accesso all’Ardoyne, il quartiere cattolico più popolare: il tentativo di arrivare ad un compromesso all’ultimo minuto fallì, e per allontanare i manifestanti gli agenti dovettero ricorrere a getti d’acqua, lacrimogeni e manganelli. Le paure delle autorità e, al tempo stesso, dei repubblicani sono legate a quanto visto, ad esempio, nel 2012: una banda orangista fermò il suo corteo fuori dalla chiesa cattolica di St. Patrick e si mise in cerchio a suonare The Famine Song, canzone offensiva per gli irlandesi. Uno dei presenti filmò il tutto e mise il video su YouTube: un mese dopo, quando una nuova parata lealista portò la stessa banda fuori dalla chiesa, c’erano ad aspettarli decine di cattolici inferociti, e la polizia ebbe un bel da fare per evitare il peggio. Quest’anno la Parades Commissione si è mossa ancora in anticipo, sbarrando agli ordini orangisti l’accesso ad alcuni quartieri pericolosi. Ma i lealisti hanno già protestato, e minacciano di sfondare comunque i cordoni di polizia, o di seguire percorsi alternativi segreti.

 

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