La festa è appena cominciata

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L’Atalanta fa otto passi nella storia delle coppe europee e nella sua storia internazionale, onorando il nostro calcio con una prova straordinaria. Mai una squadra italiana era stata capace di segnare una simile valanga di gol in una gara valida per un torneo continentale e, per giunta, in trasferta: il record nerazzurro precedente risaliva al 5-1 rifilato all’Everton al Goodson Park. Mai la squadra di Gasperini aveva dato una simile dimostrazione di forza. E, adesso, non si sminuisca l’eccezionale vittoria di Sarajevo adducendo la differente caratura tecnica degli avversari. I protagonisti sono gli stessi che, otto giorni prima a Reggio Emilia, approfittando dell’improvviso blackout nerazzurro avevano rimontato per due volte l’Atalanta, foderando di preoccupazione l’avvicinamento alla gara di ritorno. Invece, pronti via e Palomino ha spianato la strada a un successo eclatante che spinge i nerazzurri al nuovo turno preliminare, ma, soprattutto, certifica quanto la squadra stia crescendo in termini di qualità del gioco, di condizione atletica, dei suoi cardini sempre più alla ribalta.

Il tris di Musa. Gasperini è stato di parola: correggeremo gli errori dell’andata, partiremo forte e ce la faremo. In ordine di bravura a Sarajevo ecco Papu Gomez, Musa Barrow, José Luis Palomino, Andrea Masiello sono sugli scudi. Senza dimenticare la disinvoltura di Pessina nel fare le veci di Cristante; senza scordare le assenze di Ilicic e di Pasalic, a disposizione dal prossimo turno. Senza sottacere che Musa Barrow ha soltanto 19 anni, ma in Bosnia ha firmato la sua prima tripletta in Europa. E in 26 minuti.

Claudio libero. Ancora lunga e lastricata di ostacoli sarà la strada della Dea per arrivare alla fase a gironi del torneo: tuttavia, se questi sono i prodromi della nuova stagione, i tifosi hanno appena cominciato a divertirsi. I tifosi che a Bergamo fanno incetta di abbonamenti. I tifosi la cui Curva Nord ha dato spettacolo anche a Sarajevo con quegli oltre trecento bergamaschi scatenati dall’inizio alla fine e uno striscione che spiccava: Claudio libero, che sta per Bocia libero. Non smetteremo mai di chiederlo. Siam bergamaschi e abbiamo la testa dura.

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