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Quattro film per fare gli auguri al 50enne Alessandro Gassmann

Quattro film per fare gli auguri al 50enne Alessandro Gassmann
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È uno fra gli attori più apprezzati e amati del cinema e della televisione italiana, figlio d’arte per mano del suo grande padre Vittorio, Alessandro Gassmann – che ha aggiunto una seconda “n” al suo cognome per riportarlo alla grafia originale – e compie oggi cinquant’anni. Una vita già lunga quella passata sul set, con un debutto a diciassette anni che mette alla prova il suo talento in prestazioni impegnative e di buona riuscita complessiva. Un talento recitativo multiforme, che ha trovato spazio non solo al cinema a fianco di grandi registi e attori italiani e internazionali e si è forgiato anche attraverso la frequentazione dei palchi teatrali e degli schermi televisivi, dove ha partecipato a fiction e film TV di successo, nonché al celebre programma Le Iene di Italia Uno. La sua eleganza e lo stile iconico gli hanno poi consentito di diventare particolarmente riconoscibile anche come interprete di spot pubblicitari per alcuni marchi commerciali molto noti, aumentando il seguito dei suoi fan e ammiratori. Oggi celebriamo il suo compleanno con una breve carrellata dei suoi più grandi successi.

 

Dopo aver partecipato a diversi film di successo, Gassmann viene selezionato da Ferzan Ozpetek come protagonista di quello che, a detta di molti, è ancora oggi il suo capolavoro. Il bagno turco è un film raffinato ed elegante, che racconta i colori di una terra lontana, un sogno di evasione e i suoi pericoli. Gassmann interpreta un giovane imprenditore italiano che eredita, da una vecchia zia emigrata in Turchia anni prima, un bagno turco ormai in disuso. Recatosi sul posto col proposito di sbarazzarsi del locale per venderlo al miglior offerente, Alessandro finirà con l’innamorarsi del luogo, dei suoi colori, e di un suo collaboratore, scoprendo una parte di sé che aveva sempre tenuto nascosta. Altamente drammatico ma di grande qualità cinematografica, Il bagno turco rimane ancora oggi una delle migliori interpretazioni di Gassmann, che si fa qui personaggio complesso e interessante, mai fermo nel tempo ma anzi in costante evoluzione.

 

Nel 2002 è la volta di un film di grande impegno cinematografico e sociale, diretto da Giuseppe Ferrara, che ricostruisce, con accuratezza ma non senza alcuni piccoli errori storici, lo scandalo del Banco Ambrosiano. I banchieri di Dio – Il caso Calvi racconta il clima concitato di quel periodo, tanto complicato per la storia d’Italia. Lo scandalo del Banco, legato soprattutto a Roberto Calvi, fu in effetti un evento di portata e risonanza imprevista, che riuscì a scatenare un polverone economico e sociale non indifferente: diversi interessi erano in gioco, da quelli delle banche a quelli della fantomatica loggia P2. Oltre a una notevole partecipazione di Rutger Hauer, ricordiamo soprattutto la bellissima performance di Gassmann, qui perfettamente calato nella parte, pedina di un domino più grande di lui e presto destinato a cadere. Criticato da alcuni per il suo essere a conti fatti un film politico e di denuncia, I banchieri di Dio rimane comunque un interessante esperimento, le cui orme sono state ancora troppo poco seguite in Italia.

 

Qualche anno dopo, e a seguito di numerose altre interpretazioni degne di nota, Gassmann torna a dare il meglio di sé con Caos Calmo, film premiatissimo e diretto da Antonello Grimaldi, nominato alla miglior regia all’annuale Festival di Berlino. A fianco di attori consumati che costituiscono la punta di diamante del cinema italiano contemporaneo (Nanni Moretti e Isabella Ferrari su tutti), Gassmann contribuisce a portare in scena la storia a tratti surreale di Pietro Paladini, un vedovo che si ritrova costretto ad elaborare una sua personale forma di lutto, isolandosi dal mondo e dai contatti umani. Fondamentale dunque la presenza di tutti i co-protagonisti (fra cui spicca, ovviamente Gassmann, insieme alla Ferrari), per cercare di ridare un senso alla vita di Pietro, bloccato in una sorta di “caos calmo” che gli impedisce di uscire dal suo stato comatoso. Bellissimo dal punto di vista della regia e della sceneggiatura, il film rappresenta ad oggi uno dei più alti risultati di Moretti e del nostro Gassmann.

 

Risale invece al 2013 il primo e per ora unico esperimento fatto da Gassmann dietro la macchina da presa. Razzabastarda è ad oggi la sua unica prova come regista. Candidato dal David di Donatello e vincitore, fra l’altro, di un importante Nastro d’Argento, il film – che vede Gassmann anche nel ruolo del protagonista – si concentra sulla storia di Roman, un immigrato dell’Est Europa che da ormai trent’anni vive in Italia. Impegnato nel giro della cocaina, si barcamena in un mondo dove la violenza è all’ordine del giorno, coltivando il sogno di dare al figlio un futuro diverso e più dignitoso. Accolto in maniera tiepida da una certa parte della critica, l’esperimento di Gassmann è, nonostante alcuni difetti, decisamente apprezzabile per il modo di raccontare, senza troppi giri di parole e in una forma spesso diretta e cruda, una situazione dura e con la quale è ancora oggi difficile confrontarsi.

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