Olfatto da medaglia

Il gran fiuto del cane Akima lo porterà fino in Slovenia

Il gran fiuto del cane Akima lo porterà fino in Slovenia
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La  passione, quando è unita alla dedizione costante, mette davvero le ali. Proprio come è successo alla luranese  Marisa Di Mauro  con la sua  sua  «Akima», pastore di varietà Malinois, che fino al 9 aprile è con lei a Ptuj, in Slovenia, per partecipare al «World Championship for Tracking Dogs», il campionato del mondo dei cani da ricerca.

«Per noi è un grande onore rappresentare l’Italia nella delegazione italiana Enci, costituita dal team leader Daniele Peres, dai due “Handler” Giovanni Greco e Florian Stampfer, mentre io e Akima siamo le riserve. Questa prima partecipazione al  mondiale è per noi una grande soddisfazione, frutto di un lavoro costante iniziato 6 anni fa, quando Akima aveva solo 6 mesi – ha spiegato Marisa – Pur allenandola sul campo ogni settimana e dedicandole un po’ di tempo ogni giorno per gli esercizi, ho voluto rispettare i suoi tempi evitando di sommergerla di lavoro perché tenevo facesse la sua vita di cucciola serenamente, diventando poi un cane adulto equilibrato e costante. Solo allora i risultati arrivano e durano nel tempo, perché come si legge anche nel libro “Il Piccolo Principe”: è il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante. E’ una disciplina di qualità e quantità, in cui è richiesta un’affiatata collaborazione tra conduttore e il proprio cane, un rapporto di forte intesa e simbiosi» ha spiegato Marisa.

Una prova di fiuto e specificatamente di ricerca su traccia, è ciò che caratterizza questa disciplina, atta  a dimostrare le abilità del cane nel riconoscere determinati odori, ritrovando degli oggetti e completando correttamente un percorso.

«Per quanto riguarda la nostra disciplina, la “Ipo Fh”, il regolamento di gara prevede il lavoro del cane su due piste segnate da un tracciatore estraneo. Ciascuna delle piste è costituita da circa 1800 passi e prevede 7 oggetti da trovare attraverso il fiuto percorrendo “invecchiate” da 180 minuti, con 8 lati, 7 angoli e una intercessione con due incroci. Il tutto in un tempo massimo di 45 minuti – ha dichiarato l’addestratrice luranese – Seppure sia il binomio cane-padrone a gareggiare, il protagonista resta il cane, che è il vero atleta e come tale deve essere seguito nell’alimentazione, nella cura e nell’esercizio, senza dimenticare l’affetto. Akima, infatti, vive in famiglia così come è stato per il mio primo cane Thor, il boxer col quale mi sono avvicinata a questo sport. Non avevo mai avuto cani prima di lui e quando un giorno lo portai in un centro per l’addestramento  rimasi ammaliata assistendo dal vivo a una prova lavoro che stavano effettuando davanti a me. Rimasi senza parole vedendo la bellezza e l’armonia con cui il cane eseguiva gli esercizi e si muoveva sicuro, e restai affascinata dal rapporto col padrone: era uno spettacolo e decisi che da quel giorno ne avrei preso parte anche io».

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