Dai ragni alle farfalle

Insetti che esistono solo a Bergamo (E qualche dritta su dove trovarli)

Insetti che esistono solo a Bergamo (E qualche dritta su dove trovarli)
Pubblicato:
Aggiornato:

Con il termine “endemiti” si intendono le specie di animali (o vegetali) la cui area di distribuzione sia limitata a porzioni geografiche più o meno vaste ma mai di dimensioni continentali. Di conseguenza, la conoscenza degli endemiti riveste un ruolo fondamentale per la comprensione delle vicende storiche che hanno portato alla formazione della fauna di una determinata regione. Gli endemiti sono dunque da considerare testimonianze biologiche di grande valore scientifico e culturale, che vanno assolutamente protette, unitamente ai loro ambienti, poiché, data la limitatezza del loro habitat, sono comunque da considerarsi specie a rischio.

Le specie esclusive della bergamasca. Anche la bergamasca, con le Prealpi Orobiche, possiede i suoi endemiti. O, per dirla semplice, le sue specie esclusive. Che spesso vivono in aree estremamente specifiche, a volte corrispondenti addirittura a un singolo massiccio montuoso o a una sola grotta, altre volte estese all’intero sistema alpino. Di che animali si parla esattamente? Non ci si riferisce a mammiferi e uccelli ma occorre inoltrarsi nel microcosmo degli insetti. E nella provincia di Bergamo ne vivono più di 180 specie, tutte distribuite nel comprensorio alpino e prealpino, il 60 percento delle quali è - appunto - esclusivo della bergamasca.

Allegrettia pavani (Entratico)
Foto 1 di 4

Allegrettia pavani (Entratico)

Boldoriella carminati bucciarelli (Oltre il Colle, monte Alben)
Foto 2 di 4

Boldoriella carminati bucciarelli (Oltre il Colle, monte Alben)

Cochlostoma canestrinii (Massiccio della Presolana)
Foto 3 di 4

Cochlostoma canestrinii (Massiccio della Presolana)

Ischyropsalis lithoclasica
Foto 4 di 4

Ischyropsalis lithoclasica

Quanti e quali sono. Grazie agli studi del Museo di Scienze Naturali Caffi di Bergamo si è potuta realizzare una mappatura di questa fauna esclusiva, attraverso ricerche dirette in loco e raccolte di nuovi informazioni di settore incrociate con le ricche banche dati già presenti nelle collezioni del Museo. Sulla base di queste ricerche sono stati individuati 121 taxa (unità tassonomiche), che comprendono 24 sottospecie, riconducibili a loro volta a 114 specie. Tra i diversi gruppi tassonomici di appartenenza degli endemiti rilevati prevalgono gli insetti appartenenti all’ordine dei coleotteri, con 97 specie, cui seguono 13 taxa di aracnidi (ragni). La preponderanza dei coleotteri è giustificata sia dalle proporzioni di questo ordine di insetti rispetto al resto della fauna (oltre il 20 percento delle specie italiane sono coleotteri), sia dal fatto che in alcune famiglie (per esempio Carabidi, Curculionidi) vi è un elevato tasso di specie endemite. Non mancano anche alcuni esemplari, tre per la precisione, di lepidotteri (farfalle) presenti sul monte Arera e alla Ca’ San Marco. Oltre agli insetti, che rappresentano la maggioranza,  troviamo anche un paio di specie endemiche di molluschi e anellidi (lombrichi).

Dove si cerca. Le ricerche degli entomologi e zoologi si sono maggiormente concentrate in determinate aree meritevoli di particolare attenzione: il gruppo della Presolana, Ferrante e Vigna Vaga; la parte più alta della Valbondione nella zona del Rifugio Curò e dei laghi del Barbellino; la zona di Passo Campelli e il Pizzo Camino; l’area lungo il crinale che va dal pizzo dei Tre Signori al pizzo del Diavolo; il Massiccio dell’Arera, compresi anche il Monte Grem e il Monte Alben e in generale tutta la zona di Oltre il Colle, che riveste un’enorme importanza dal punto di vista faunistico, vista l’elevata concentrazione di specie endemite.

Megabunus bergomas (Premolo, Forcella di Valmora)
Foto 1 di 4

Megabunus bergomas (Premolo, Forcella di Valmora)

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Foto 2 di 4

Megabunus bergomas (Premolo, Forcella di Valmora)

Otiorhynchus blesioi (zona del Sebino)
Foto 3 di 4

Otiorhynchus blesioi (zona del Sebino)

Scythris arerai (presente in Val d'Arera)
Foto 4 di 4

Scythris arerai (presente in Val d'Arera)

Regola numero uno: preservare il territorio. Se da un lato è importante lo studio per ampliare le conoscenze sulla biodiversità, dall’altro è altrettanto importante salvaguardare gli habitat di questi esemplari. Per quanto riguarda gli endemiti citati si tratta in gran parte di specie legate ad ambienti sotterranei (cavità naturali o artificiali, miniere, grotte), endogee (che vivono nel terreno) o epigee (che si rinvengono sulla superfice del suolo, nella lettiera, sotto i sassi ecc.). La gestione del territorio deve quindi prendere in considerazione le principali cause di minaccia che sono rappresentate da tutte le attività che vanno ad impattare con questi habitat e quindi quei lavori che prevedono scavi, movimentazione terra, sbancamenti, asportazione del manto erboso che distruggono irrimediabilmente gli ambienti che ospitano queste specie. Un altro ambiente che necessita una gestione corretta è quello del bosco: per le specie silvicole è indispensabile il mantenimento della copertura del suolo con foglie morte, rami e tronchi abbattuti, a diverso grado di decomposizione, che costituiscono una condizione importante per la presenza di umidità.

Seguici sui nostri canali