Da Macron a...

La moda europea dei giovani leader (Kurz è solo l'ultimo della lista)

La moda europea dei giovani leader (Kurz è solo l'ultimo della lista)
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Si può restare appesi alle scelte di un personaggio politico che ha appena compiuto 31 anni? Il nuovo leader austriaco, Sebastian Kurz, appena nominato cancelliere grazie all’alleanza con il leader della destra populista (il cui segretario ha ben 48 anni), ha già minacciato di dare la seconda cittadinanza alla popolazione di lingua tedesca dell’Alto Adige.

La moda dei leader giovani. La moda dei leader giovani sembra aver contagiato l’Europa. Emmanuel Macron, plebiscitato in Francia come presidente, si prepara a festeggiare giovedì 21 il suo ingresso negli “anta”. Nessuno giovane come lui aveva preso le redini del Paese. Neanche Napoleone III che era salito al potere avendo già compiuto 40 anni. Macron può ritenersi “vecchio” rispetto a Andrea Zafferani, che dal 2010 è Capitano reggente di San Marino. D’accordo, uno stato minimo: ma quando ne ha prese le redini Zafferani aveva appena 28 anni. Anche Dublino ha scelto la strada verde: Leo Eric Varadkar, primo ministro da giugno scorso, è nato il 18 gennaio 1979: quindi tra un mese varcherà la soglia dei 39 anni. Aveva la sua età anche Charles Michel quando nel 2014 ha preso le redini del Belgio.

 

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In Estonia il bastone del comando è in mano Juri Ratas, 39 anni. E ha preso il posto di Taavi Roivas che era arrivato al potere a 34 anni nel 2014. 39 gli anni anche di Volodymyr Groysman, primo ministro a Kiev, in Ucraina. Igor Luksic, primo ministro del Montenegro oggi ha ben 41 anni, ma quando nel 2010 venne nominato primo ministro ne aveva solo 34. Al loro cospetto il fascinantissimo Justin Trudeau, leader canadese, è un vecchietto con ni sui 45 anni (ma ne aveva 43 quando salì al potere). E l’Italia? Dopo essere stata nelle mani del 39enne Matteo Renzi che aveva scalzato il suo collega di Partito Enrico Letta, più “vecchio” di lui di quattro anni (ma Letta era stato il più giovane ministro della Repubblica, avendo giurato quando aveva 34 anni), il nostro Paese ora rischi di finire nelle mani di un quasi imberbe come Luigi Di Maio, un politico che dimostra persino meno dei suoi 31 anni.

 

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Come mai? Come si spiega questa strana vocazione dell’Europa a mettersi nelle mani dei giovani? E soprattutto si può essere buoni leader quando si ha alle spalle così poca esperienza? La risposta alla prima domanda è un paradosso: un continente che quasi ovunque ha punito i suoi giovani con scelte politiche che hanno premiato le generazioni più anziane, ora sembra volersi fare il lifting affidando a qualche ragazzo molto ambizioso le redini del potere. La risposta alla seconda domanda non è uguale per tutti i casi. L’Italia ha avuto in Renzi un leader che ha dato una scossa alla politica e alle logiche di palazzo, ma che poi ha pagato (e fatto pagare a tanti) la sua intemperanza, che è poi una forma di immaturità politica. Con il suo coetaneo Alexis Tsipras, leader della sinistra greca, le cose non sono andate diversamente, anche se la sua permanenza al potere è durata molto meno. Sebastian Kurz, dopo la prima intemperanza ha fatto una prudentissima frenata. Del passaporto agli altoatesini ha detto che ne parlerà con il governo italiano.

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