La posta degli amori sfigati «A 60 anni mi merito serenità»

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Cara Alba,
Ti scrivo ancora a penna perché sono abituata così, non sono molto tecnologica e me lo perdonerai visto che ho 60 anni. Ti scrivo però soprattutto per sapere cosa pensi della situazione che sto vivendo. Mio marito, pace all’anima sua, se ne è andato da quattro anni. Gli ultimi anni, che ho passato tra il lavoro e il suo capezzale, erano diventati un’agonia e in fondo credo sia meglio così. L’ho amato e lo amo ancora chiaramente. Una vita non si cancella con una lapide e tante preghiere. È stata dura guardare avanti e lo è anche oggi, ma al mio fianco ho trovato un aiuto saldo e forte: Gianfranco, un caro amico di mio marito. Parlare di amore direi che è eccessivo, ma certo tra noi c’è della tenerezza, una complicità che, nelle cene insieme o nei pomeriggi passati a chiacchierare, mi riporta ai tempi della gioventù. Ci facciamo compagnia e ci aiutiamo a sentirci ancora giovani, nel corpo e nell’anima. Purtroppo i miei tre figli non capiscono quanto tutto questo sia importante per me. Io son sicura di ciò che faccio e non ti chiedo certo un consiglio su cosa scegliere, ma essendo tu giovane e brillante (o così mi pare), mi piacerebbe se mi aiutassi a capire come spiegare loro che la vita non si ferma davanti a un addio e che i sentimenti non svaniscono. Loro padre resterà per sempre mio marito e il mio più grande amore, ma Gianfranco è ciò che mi serve ora, è ciò di cui ho bisogno. Sarà anche egoistico, ma a 60 anni credo di meritarmi un piccolo spazio nel mondo della serenità.
Con affetto, Marina

 

Cara Marina,
Innanzitutto ti ringrazio per la lettera meravigliosa. Le parole che usi ripropongono forti sentimenti, un dolcissimo dolore, valori antichi e sani. La tua storia mi ha ricordato Le nostre anime di notte, film tratto da un romanzo meraviglioso di Kent Haruf. Segnalo solo che gli attori, Robert Redford e Jane Fonda, danno due giri ai vari Fedez e Ferragni. Ma anziani a chi? Millennials, tacete, guardate e imparate, per favore. Voglio lasciare però da parte il mio solito disincanto e fare una riflessione. Siamo abituati a intendere l’amore come un’esperienza per giovani, ricetta sempre uguale, come quella del tiramisù secco della zia: relazione stabile, concretizzare intorno alla trentina, confezionare con casa, decorare con matrimonio, condire con figli. E tutto questo è vero, ma fino a un certo punto. L’amore è un motore che fa muovere i nostri giorni, se siamo in grado di provarlo sempre e slegarlo dalla nostra “condizione sentimentale”. E tu sei stata più giovane e coraggiosa di una ventenne, hai ricominciato da capo. Hai preso in mano la tua vita e le hai dato una direzione. Nuova forza, nuova linfa. Non ti meriti “un piccolo spazio nel mondo” visto che hai la forza di una ragazzina nel fare a spallate contro gli urti, ti meriti tutto il posto che vuoi. Tu e Jane Fonda? Due diamanti. I tuoi figli? La vera terza età. Ringiovaniranno con gli anni.
Alba

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