La posta degli amori sfigati «Perché lei sì e io invece no?»

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Cara Alba,

Ho saputo di questa sua nuova rubrica e, da appassionata lettrice di Bergamopost, ho pensato di cogliere l’occasione al volo. Non la conosco, non so (e non lo credo neppure, sinceramente) se mi potrà aiutare, ma sfogarsi con una persona che non si conosce è sempre più facile, no? E allora eccomi qui.

Vede, circa due anni fa ormai, attraverso un caro amico, ho conosciuto un ragazzo. Affascinante, molto sicuro di sé, non certo una cima, ma comunque intrigante. Insomma, ci è voluto poco perché cedessi alle sue avances. A quel punto, però, le cose sono iniziate ad andare... male. Abitavamo lontani, faticavamo a vederci, io ero in un momento complicato. Fatto sta che le cose non funzionano: dopo una litigata di quelle toste, ci diamo vicendevolmente il benservito. Io, però, non riesco a togliermelo dalla testa e così, quando lui torna a farsi vivo, io cedo. Cedo, cedo e ricedo. Ma il finale è sempre lo stesso.

Fino a quando decido che basta, non si può continuare all’infinito no? Dopo l'ultima folle litigata, taglio i ponti. Definitivamente. Sono passati sei mesi da allora. Pensavo di averla superata, finché non ho visto una sua foto, su Facebook, con la sua ex. Quella che mi diceva di aver dimenticato, che mi giurava di aver dimenticato. Quella foto, incomprensibilmente, mi ha mandata in crisi. Perché lei e non io? Perché io sono qui, sola, mentre lei e lui no? Perché non riesco a girare pagina una volta per tutte?

Con affetto, Sofia

 

Cara Sofia,

la tua non è una descrizione, è un dipinto. «Affascinante, molto sicuro di sé, non certo una cima, ma comunque intrigante», mi scrivi e a me pare di vederlo. Ce l’ho proprio qui davanti agli occhi questo esemplare di selezionatissimo maschio alfa. Vuoi sapere com’è? Uguale agli altri. Ti risulta di esserti mai innamorata di qualcuno senza aver pensato che fosse esattamente, nell’ordine «affascinante, molto sicuro di sé, non certo una cima, ma comunque intrigante»? Non credo. Adesso, con il tuo permesso, traduciamo questa frase dal l’Innamorato all’Italia no: Affascinante = disinteressato e distratto, molto sicuro di sé = arrogante, non certo una cima = attimo di lucidità, comunque intrigante = pollice opponibile. Fammi indovinare, questo ragazzo ti ha anche detto «vorrei ma non posso, dammi un po’ di tempo e la lascio, adesso è un periodo difficile?». E ogni volta che si è rifatto vivo ti ha detto (la mia preferita in assoluto): «Sono cambiato?». Ma dai. Se ha proprio voluto esagerare (e io lo so che ha voluto), stava «cercando se stesso» (guarda, prova a controllare lì nel cassetto fra la personalità che hai preso alla Lidl in offerta a 0,49 cent e il foglietto col codice PUK per sbloccare le sinapsi. Lo scontrino della Lidl tienilo, ché non si sa mai).

Cosa ha fatto di lui l’essere meraviglioso che hai visto? L’inaccessibilità, la distanza. Non vederlo, ti ha costretta a immaginarlo, non sentirlo ti ha permesso di raccontartelo come hai voluto e io e la Redazione del Bergamopost tutta ci complimentiamo con te per il fantasioso lavoro di caratterizzazione. Bravissima. Certi giri di film mentali, nemmeno le 50 Sfumature. Ma ti do una notizia: nessuno è veramente così speciale. Né tantomeno il soggetto in questione che semmai si distingue per banalità e fa la spola, come da copione, fra te e le ragazza ufficiale, si fa taggare nelle foto delle #vacanze #holiday #io&te con la medesima (fra l’altro, ne son certa, sarà stato il tipico ragazzo che odia i social, tiene alla sua privacy e non vuole comparire in terra di Zuckerberg. Ma solo con te, ovvio). Mi chiedi «perché lei sì» Sofia, e io questo non lo so (azzardo, non lo sa nemmeno lui).

So per certo, però, perché tu no. Perché l’amore deve farti questo regalo, farti sentire un privilegiato. Non deve farti andare in giro con la faccia da cane bastonato. Hai presente quel retrogusto dolciastro, quella sensazione di stanchezza, di calo di zuccheri che senti ogni tanto, quando pensi a questa storia? È la noia. Presto ti chiederai che fine avrà fatto tutto il dolore e il turbamento che hai provato tutto questo tempo. Guarda, prova a guardare lì, nel ripiano del frigorifero, di fianco alle fette di salame che avevi sugli occhi.

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