L'inizio dell'avventura

BergamoScienza nacque una sera grazie a un piccolo gruppo di amici

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La scienza raccontata in modo semplice ai ragazzi. Una proposta culturale per una città che non era troppo aperta ai giovani. Una formula vincente fatta di conferenze, laboratori pratici e coinvolgimento diretto. Tutto gratuito e aperto a tutti. Ecco le idee su cui BergamoScienza è nata pensando ai cittadini di domani, parlando una sera tra amici nel salotto di casa della designer Raffaella Ravasio e del marito Umberto Corrado. Un'intuizione confermata da Rita Levi Montalcini, ospite a Bergamo per una delle prime conferenze organizzate dal gruppo di amici: «Se volete davvero cambiare le cose parlate ai più giovani».

Così la grande risposta dei ragazzi davanti alle discipline scientifiche è diventato il miglior stimolo a far crescere il festival anno dopo anno. Dagli esordi nel 1999 con l'associazione Sinapsi, alle 145 mila presenze del 2015, BergamoScienza continua a crescere, coinvolgendo oltre 3000 studenti e un gruppo appassionato di giovani volontari, tra il successo dello Science Center e il sogno di una Casa della Cultura in città.

 

BergamoScienza (2)

 

L'idea: scienza chiara e per tutti. «Quando abbiamo pensato di proporre qualcosa a Bergamo era il 1999, avevamo figli adolescenti a cui la città non offriva grandi stimoli – ricorda Raffaella Ravasio – ma un'educazione alla curiosità era ed è essenziale per aprire gli occhi dei giovani oltre il quotidiano»; una qualità che si può trasmettere solo se la si ha, infatti l'idea di proporre incontri ai giovani come spiega il marito «nasce dal piacere di parlare di scienza e società nel salotto di casa con un gruppo di amici, i futuri soci fondatori di BergamoScienza: Alberto Barcella, Alessandro Bettonagli, Andrea Moltrasio, Alberto Castoldi e Mario Salvi, oltre a Gianvito Martino, responsabile della divisione neuroscienze del San Raffaele di Milano e guida del comitato scientifico del festival. Durante quelle serate mi sono reso conto di come la scienza potesse essere davvero chiara e appassionante: perché tenere per noi quest'esperienza e non proporla alla città?».

Questa domanda nel 1999 ha portato il gruppo a costituire Sinapsi, l'associazione che fino al 2002 ha organizzato conferenze di alto profilo scientifico, nel 2003 ha inaugurato la prima edizione di BergamoScienza in forma di festival e nel 2005 si è costituita nell'associazione omonima che oggi lo rende possibile.

 

selfie bergamoscienza 2015

 

Il successo: il tuo DNA take-away. BergamoScienza è un modello vincente studiato in tutto il mondo, dal Cile, agli Stati Uniti e una delle intuizioni che l'hanno ispirato arriva dal Festivaletteratura di Mantova: «Ci colpì molto vedere come la manifestazione animasse la città e come gli scrittori parlassero con il pubblico dopo gli incontri – ricorda Umberto Corrado –. Volevamo quell'atmosfera anche per il nostro festival: tornando a casa in auto, infatti, cominciammo a fantasticare su cosa avremmo potuto fare nella nostra città. Pensammo a una settimana della scienza, a Bergamo animata da incontri e conferenze e in un attimo ci venne in mente il nome: avremmo organizzato un festival e l’avremmo chiamato BergamoScienza».

In breve tempo tutto il gruppo di amici si mette al lavoro, chi si occupa del programma e degli ospiti da invitare, chi dell’organizzazione e delle location. Raffaella invece pensa a come coinvolgere i ragazzi delle scuole: «Avevo letto sul giornale che il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano organizzava workshop per i bambini. Prendemmo subito un appuntamento per confrontarci con il curatore Fiorenzo Galli. All'edizione successiva di BergamoScienza proponemmo le prime attività. Fu un successo inaspettato: oltre 4000 persone tra grandi e piccoli che avevano partecipato al laboratorio sul DNA tornarono a casa con la propria elica».
Imparare la scienza con la pratica.

«Cominciai a cercare di coinvolgere le scuole – spiega la designer - ma all'inizio quando vedevano una che si occupava di mobili i presidi non capivano, poi il progetto li ha conquistati». Oggi BergamoScienza è anche un format d'eccellenza che raccoglie 52 istituti scolastici, 3000 ragazzi e 300 docenti, che propongono laboratori la cui qualità è vagliata da una commissione apposita. Accanto alla pratica e agli eventi interdisciplinari, ci sono conferenze con «Nobel e ospiti di alto profilo capaci di parlare di scienza in modo semplice e accattivante – spiega Umberto Corrado - Crediamo in una cultura accessibile e gratuita, un sforzo sostenuto dalla grande risposta del territorio».

Un sogno: la Casa della Cultura. L'idea di una città stimolante per giovani di ogni età oggi per noi è racchiusa nello Science Center, vicino alla stazione, frequentato in un anno da 5-6mila persone: un'occasione di rigenerazione urbana attraverso divulgazione, formazione, alternanza scuola-lavoro e orientamento anche oltre il festival. «Il nostro sogno sarebbe avere anche a Bergamo uno spazio interdisciplinare sul modello della Casa della Cultura di Stoccolma – suggerisce la coppia –. E perché non immaginarlo nel cuore di Bergamo, dentro il Palazzo della Libertà di cui da tempo si parla come Casa delle arti?».

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