Scelto dal Ducato di Piazza Pontida

Il più famoso Arlecchino

Il più famoso Arlecchino
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Un treviolese protagonista nel cuore di Bergamo, al «Festival Internazionale del Folclore e delle Tradizioni» organizzato dal Ducato di Piazza Pontida. Mercoledì 22 agosto, nella suggestiva cornice del monastero di Astino, è stato inscenato Bergamaschere, ispirato a uno spettacolo della Fondazione Benedetto Ravasio, con la compagnia La Gilda delle Arti, le maschere della Franz Cancelli Company, i burattini di Pietro Roncelli e con Enrico Nicoli. E il Ducato di Piazza Pontida ha scelto l’Arlecchino de La Gilda delle Arti per rappresentare la maschera bergamasca per eccellenza. Nell’evento, la compagnia ha inscenato una riduzione del suo Arlechì, servitore di due padroni.

 

 

Il protagonista, Nicolas Adobati, ci ha parlato di questa entusiasmante esperienza. «La storia riuniva in una piazza ideale, che a tratti poteva sembrare Piazza San Marco o Piazza Vecchia, tutte le maschere bergamasche alle quali si aggiungeva don Gaetano, maschera inventata in onore di Gaetano Donizetti. Tra lazzi e pantomime, Arlecchino e la brigata hanno coinvolto nelle loro improvvisazioni Gioppino che, dalla baracca dei burattini di Pietro Roncelli, ha recitato con noi. Lo spettacolo è andato benissimo e per noi è stata un’esperienza un po’ diversa dal solito perché, essendo una riduzione, era divisa in tre parti e inserita in altri spettacoli, per cui mi sono ritrovato a recitare in mezzo ai burattini e alle maschere. È stato comunque molto particolare e creativo e, nonostante all’inizio potesse sembrare un po’ difficile il fatto di riuscire a incastrare tutti questi singoli spettacoli per crearne uno nuovo, alla fine è venuta fuori una bella recita».

C’era tanta gente, è piaciuto, e verso la fine è stata una risata continua. «Anche perché il mio personaggio è abbastanza comico e divertente, le battutine abbondano così come le scenette esilaranti, che strappano sempre una risata» ci racconta Nicolas. «Arlecchino è un burlone non molto sveglio, che comincia un servizio con un padrone, ma che poi durante la storia lo abbandona per aggregarsi ogni volta a chi lo fa stare meglio e gli fa guadagnare di più. Insomma un tipo abbastanza opportunista, anche se sempre molto ma molto simpatico. Essendo un po’ imbranato, combina anche un sacco di guai. Confonde i compiti che gli vengono assegnati e cerca sempre di rimediare mettendosi ogni volta ancor di più nei pasticci. E non la passa mai liscia, viene sempre beccato in tutte le sue malefatte. È una parte bella e divertente ed, essendo una commedia in bergamasco, le mie battute in dialetto risultano molto più efficaci di quanto lo sarebbero in italiano. Il pezzo con Brighella, poi, è un’autentica gag, esilarante. Sono ormai due anni che interpreto il ruolo di Arlecchino, e quella di Astino è stata la 17esima volta nei suoi panni. È stato difficile perché abbiamo dovuto stravolgere lo spettacolo, che solitamente dura circa un’ora e mezza, e riassumerlo in mezz’ora, con singoli spezzoni da dieci minuti ciascuno. Questo, appunto, per poter interagire con le altre rappresentazioni. Abbiamo tenuto sempre comunque il nostro filo conduttore, per lasciare il senso alla storia. Siamo riusciti a collegare tagliando tante parti di contorno, le gag piuttosto che la storia vera».

 

 

Rappresentare il Ducato di Piazza Pontida per Nicolas è stata una bella responsabilità. «Quando me l’hanno detto, sono rimasto un po’ spiazzato. Non so se sono l’unico Arlecchino della Bergamasca ma, probabilmente, sono il più conosciuto. E sono stato molto orgoglioso di poterlo rappresentare. Nel suo ruolo mi trovo benissimo, la nostra regista Miriam Ghezzi mi ha cucito addosso il personaggio, costruendolo un po’ su di me. Questo è stato abbastanza facile, visto che sono parecchi anni che ci conosciamo e sono praticamente nella compagnia da quando è nata. Avevo cominciato come tecnico poi, in seguito a un imprevisto, mi sono ritrovato a dover sostituire un attore. È cominciata così la mia carriera, un po’ per caso, ma da allora non ho più smesso di recitare. Ormai sono cinque anni e Miriam, conoscendomi, ha capito che Arlecchino sarebbe stato il ruolo giusto per me. Inoltre parlo un po’ più di bergamasco rispetto agli altri della compagnia. E poi sono uno che improvvisa parecchio. Se c’è da recuperare una mezza situazione non mi tiro indietro, modifico anche un po’ il copione, chiaramente senza esagerare per non mettere in difficoltà gli altri. Che però hanno imparato a conoscermi e mi vengono sempre dietro. Abbiamo portato in giro il nostro spettacolo in tutta la Bergamasca, siamo stati in Alta Val Seriana, nella Bassa e ne abbiamo altri in programma».

Insomma, una carriera di tutto rispetto, passando dal ruolo di addetto al montaggio delle luci a quello di attore protagonista. Per hobby, perché durante il giorno Nicolas lavora mentre, la sera, coltiva questa sua passione per il teatro. «Quando mi è stato chiesto di provare, non avevo idea di quello che mi avrebbe riservato il teatro. Ho cominciato con il ruolo di diavoletto di Pena e Panico in Hercules, una parte divertente, che ha tirato fuori la mia vena di attore comico facendomi poi approdare a questa fantastica esperienza, che mi consente di interpretare una della maschere italiane più amate».

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