L'ultimo saluto in parrocchia

L'obbedienza di Adelaide Roncalli

L'obbedienza di Adelaide Roncalli
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Adelaide Roncalli, la donna che da bambina affermò di avere avuto apparizioni della Sacra Famiglia, è morta nella notte tra sabato 23 e domenica 24 agosto a Milano, dopo una lunga malattia. Oggi alle 15 si svolgeranno i funerali nella parrocchia delle Ghiaie di Bonate, suo paese natale. La salma sarà sepolta nel locale cimitero.

Adelaide Roncalli è nata il 23 aprile 1937, in località Torchio a Ghiaie di Bonate. La sua famiglia portava un cognome che qualche anno più tardi sarebbe stato conosciuto per essere quello di Papa Giovanni XXIII. Lo stesso Santo Padre scrisse una lettera al vescovo di Bergamo, in cui constatava che «la famiglia della piccola Adelaide ho motivo di credere che sia del ramo dei Roncalli Maitini, provenienti da Sotto il Monte, giusto i miei».
Era il 13 maggio 1944, e Adelaide aveva sette anni: «Io andavo a cogliere fiori per la Madonna che c’è a metà scala per salire in camera mia, quando vidi un puntino d’oro che scendeva dall’alto e si avvicinava a poco a poco alla terra e man mano si avvicinava si ingrandiva e in esso si delineò la presenza di una bella Signora con Gesù Bambino in braccio e alla sua sinistra San Giuseppe… Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi: Scapa mia, che mé só la Madóna. Te gh’é de èss buna, übidiènte e rispetusa col pròssem e sincera. Préga bé e turna in chèl pòst ché per nöf  ólte sèmper a chèst’ura» («Non scappare, che io sono la Madonna. Devi essere buona, ubbidiente e rispettosa con il prossimo e sincera. Prega bene e ritorna in questo posto per nove volte sempre a quest’ora»). La Madonna parlava in bergamasco, alla bambina. E la ammoniva: «Soffrirai molto, ma non piangere perché dopo verrai con me in paradiso. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire…».

Vi furono poi altre apparizioni, tredici in tutto: dal 13 al 21 maggio e dal 28 al 31 maggio. Delle ultime quattro apparizioni esiste un documentario, girato da Vittorio Villa con una piccola cinepresa:

 

 

La notizia fece subito il giro del paese, e attirò fedeli provenienti anche da altri centri. Migliaia di persone si radunarono nel luogo delle apparizioni, dove oggi sorge una cappella. Qualcuno tra la folla suggerì alla bambina di chiedere alla Madonna quando si sarebbe conclusa la guerra: «Se i òmegn i farà penitènsa, la guèra la finirà tra du mis; sedenò tra póch meno de du agn…» («Se gli uomini faranno penitenza, la guerra finirà tra due mesi; altrimenti tra due anni»). Era il 15 maggio 1944 e, a due mesi dalla predizione, ci fu l’attentato a Hitler, ma la guerra continuò. I repubblichini (della Repubblica fascista di Salò, ndr) colsero l’occasione per tacciare le apparizioni di propaganda disfattista.

La curia fu subito informata di quanto stava accadendo e la bambina venne affidata alla tutela di don Luigi Cortesi, il quale, oltre ad essere sacerdote, era anche un esimio studioso di filosofia presso il Seminario di Bergamo. I tempi, allora, non erano dei migliori, e si temeva che Adelaide attirasse su di sé un’eccessiva attenzione. C’erano i nazisti, che nelle questioni di misticismo mostravano un entusiasmo spietato – come su ogni altra questione, del resto. E c’erano i fanatici religiosi di altro stampo, meno pericolosi, forse, ma in ogni caso eccessivi e nocivi, per una bambina già esposta all’attenzione di tanti. Adelaide fu pertanto sottratta alla famiglia e, nella primavera del 1944, affidata alle cure delle suore Orsoline. Dapprima accolta nella sede di Bergamo, fu trasferita a Gandino e a Ranzanico. Adelaide sarebbe rimasta in collegio fino al luglio 1946.

Nel frattempo, il 15 settembre 1945, dopo lunghi colloqui e interrogatori condotti da don Luigi Cortesi, Adelaide negò le sue precedenti dichiarazioni: «non è vero che ho visto la Madonna. Ho detto una bugia, perché non ho visto niente. Non ho avuto il coraggio di dire la verità, ma poi ho detto tutto a don Cortesi. Adesso però sono pentita di tante bugie». Il 21 luglio 1946, tuttavia, smentì la sua ritrattazione: «è vero che ho visto la Madonna. (Io ho detto di non avere visto la Madonna perché mi aveva dettato don Cortesi e io per ubbidire a lui ho scritto così)». La dichiarazione fu firmata da sette persone, tra cui il parroco, quattro suore, Agnese Rota e Annunciata Roncalli.
In uno dei suoi diari, ritrovati da Padre Raschi, Adelaide scrisse: «Nel 1947 andai dalle Suore delle Sapienza e qui feci il mio grosso sbaglio; narrai tutto quanto era successo nelle apparizioni, affermando di avere visto la Madonna e sentito le sue parole. Sul finire della narrazione fui presa da grande paura; le parole di don Cortesi: Fai peccato ad affermare di avere visto la Madonna mi dominarono». Il 30 aprile 1948, la Commissione all’Atto Vescovile, tramite il Vescovo di Bergamo, Monsignor Adriano Bernareggi, emise il «non consta della realtà delle apparizioni».

A guerra finita, Adelaide entrò come Postulante dalle Suore Sacramentine, nel 1951, ma il vescovo di Bergamo non diede il permesso di vestirla con l’abito delle novizie. Infine, il Vaticano decretò la sua espulsione dal convento.
Adelaide si trasferì dunque a Milano, si sposò e costruì una famiglia, lavorando per tutta la vita come infermiera al Policlinico. È rimasta però legata al paese natale, Ghiaie di Bonate, dove talvolta si recava per pregare al luogo delle apparizioni. Per lo più ad ora tarda, si dice.

 

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La Chiesa non ha mai cambiato la sua posizione sugli eventi del lontano 1944. I vescovi che si sono succeduti a Bergamo hanno adottato un atteggiamento prudente, nei confronti dei pellegrini e dei fedeli che si recavano a pregare davanti alla cappella della Madonna delle Ghiaie, come è stata chiamata. Ogni atto di devozione è sempre bene accetto, purché non sconfini nella pratica superstiziosa e idolatra. Per questo motivo, comunicati firmati da Monsignor Lino Belotti, vescovo ausiliare, hanno fin da subito marcato la distanza tra la Chiesa e le iniziative assunte dall’associazione Saint Croix, proprietaria della Casa Madre della Fraternità e del Centro accoglienza dei pellegrini. Così come ha dichiarato, con forza, che nessuno è autorizzato a raccogliere soldi nei dintorni della cappella. Il continuo afflusso di fedeli, tuttavia, ha portato la Chiesa ad appoggiare il «rosario meditato per i fedeli dei cinque continenti», che si recita ogni primo venerdì del mese.
Tra le iniziative che si mantengono fuori dall’iniziativa della diocesi, invece, c’è la processione del 12 di ogni mese, organizzata da un autotrasportatore di Cologno, e la preghiera del 18, inaugurata da Rino Casagrande. Oggi, sono la moglie e un allievo a organizzare i pullman per il viaggio e il momento di raccoglimento davanti alla cappella.

Tra chi diceva che la Madonna era apparsa davvero e chi rispondeva di no, Adelaide Roncalli, la bambina veggente di allora, ha mantenuto un’umile discrezione. Proprio lei. Le sue parole si collocano nel baricentro esatto delle polemiche: «confermo la mia obbedienza alla curia di Bergamo rappresentata dal parroco delle Ghiaie. Ribadisco, inoltre, la mia estraneità a qualsiasi progetto o iniziativa presa da altri».
In questi anni, tuttavia, non ha nemmeno mai detto di essersi sbagliata, di non avere visto ciò che ha affermato di avere visto. Ha più volte ribadito, per iscritto, la verità della sua storia: tra le altre volte, nel 1976 e nel 1989, quando ha affidato le sue parole a un atto ufficiale, depositato presso un Notaio. Eppure, confermava la sua obbedienza, e non solo con dichiarazioni firmate. Il suo comportamento è stato di una esemplarità perfettamente, cioè compiutamente, cristiana. Non si è mai imposta per fare valere la sua voce, ma ha seguito la corrente in cui la Chiesa ha voluto farla nuotare. Non ha confutato tesi – come avrebbe potuto farlo, e con quali argomenti, che non fossero i suoi occhi -, non ha assunto atteggiamenti ribelli. È stata una donna che ha sempre risposto di sì, perché è ciò che, naturalmente, la sua fede la spingeva a fare. La fede era quella datale in eredità dai suoi padri, e dunque congenita. Naturale, appunto. Sapeva essere vero quello che aveva vissuto da bambina, ma diceva il vero anche quando esortava a seguire ciò che diceva la curia. Contraddizione, come la verità della fede, che contiene in sé la più alta delle contraddizioni. E che gli uomini risolvono aderendo, dentro, alla propria coscienza, e adeguando il comportamento, fuori, alla guida di chi riconoscono essere il Pastore.

Don Davide Galbiati, il parroco di Ghiaie di Bonate, conosceva Adelaide Roncalli dal 2000 e ha imparato a conoscerne e apprezzarne la schiva riservatezza. La ricordiamo così, come l’ha ricordata lui: «Adelaide Roncalli è stata una donna di fede concreta, di amore alla Chiesa e alla parrocchia e di carattere molto riservato, che sono le caratteristiche tipiche del popolo bergamasco. Non l’ho mai sentita parlare male di nessuno ed è sempre stata molto riservata sugli eventi del 1944. Non ha mai voluto mettersi in mostra e perciò è sempre rimasta molto riservata sia sugli avvenimenti del 1944, sia sulla vita». La sua ubbidienza umile è una testimonianza che fa pensare.

 

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