Come Chiara Corbella

Madri che hanno dato la vita per far nascere i loro bambini

Madri che hanno dato la vita per far nascere i loro bambini
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Mercoledì 16 luglio, Nicola Cockx, una giovane madre britannica di Little Bollington, presso Altrincham (Cheshire), è morta per un cancro dopo aver partorito la figlia Harriet. Nicola aveva 35 anni e 8 mesi e aveva scelto di non curarsi pur di non mettere a rischio la salute di sua figlia. Un mieloma multiplo, una forma di tumore del midollo osseo che colpisce le plasmacellule, le era stato diagnosticato ancor prima di rimanere incinta. Inizialmente si era sottoposta ad un ciclo di radioterapia, ma preferì cercare farmaci e terapie alternative, pensando che un trattamento così aggressivo avrebbe potuto rovinare per sempre il suo sogno di maternità. «Il desiderio di diventare madre era più forte della paura della malattia», ha affermato il marito Rudy, 39 anni. La sua famiglia la descrive come una donna «bella, coraggiosa e determinata». Il dottor Jim Cavet, suo medico al Christie Hospital di Manchester, ha dichiarato che «la principale preoccupazione di Nicola durante le cure è sempre stata quella di preservare il più possibile la sua fertilità».

Quando Nicola scoprì di essere incinta decise senza alcuna esitazione di rimandare la chemioterapia e un trapianto di cellule staminali che avrebbe forse potuto salvarle la vita, ma che avrebbe potuto comportare rischi per la vita che custodiva nel grembo. Optò pertanto per cure new age per combattere il male, studiando ad esempio la nutrizione all'Università di Manchester e concentrandosi su una dieta sana. Sua figlia Harriet è nata sana; subito dopo Nicola ha iniziato l'intenso ciclo di terapia. Tuttavia, otto mesi dopo il parto, la donna è morta a causa di un’infezione.
Dopo la nascita della figlia Nicola, mentre in ospedale veniva sottoposta ad una tardiva chemioterapia, aveva creato un blog attraverso il quale parlava agli amici, paragonandosi a Samantha (uno dei personaggi della serie tv “Sex and the city”, anch’essa ammalatasi di cancro) oltre a “chattare” via Skype con la piccola Harriet. La famiglia di Nicola ed il marito Rudy, dopo la morte, hanno attivato una campagna di raccolta fondi per sostenere gli studi per trovare una cura contro la malattia che ha ucciso la donna.

La storia di Nicola Cockx ricorda da vicino quella di Chiara Corbella, la donna romana di 28 anni, morta nel 2012. Nel 2008 aveva sposato Enrico Petrillo e, dopo pochi mesi, era rimasta incinta di Maria Grazia Letizia, alla quale era stata diagnosticata un’anencefalia (il nascituro sarebbe nato privo di encefalo). La piccola venne alla luce e visse per soli 30 minuti. Dopo pochi mesi un’altra gravidanza complicata. Verso il settimo mese l’ecografia evidenziò nel bambino in grembo delle malformazione viscerali con assenza degli arti inferiori e incompatibilità con la vita. Anche Davide Giovanni, il nome che i genitori diedero al bimbo, nacque e morì poco dopo. Seguì una terza gravidanza, Francesco, ma al quinto mese, alla mamma venne diagnosticato un carcinoma alla lingua. Anche questa volta la coppia decise di portare avanti la gravidanza, mettendo a rischio la vita di Chiara che, solo dopo il parto ebbe la possibilità di sottoporsi a cicli di chemioterapia e radioterapia. Il 30 maggio 2011 nacque il piccolo Francesco; subito dopo Chiara venne operata per l'asportazione del tumore, ma i medici trovarono due metastasi ai linfonodi del collo che le impedivano di mangiare. Nel marzo 2012, Chiara, in fase ormai terminale, organizzò un viaggio a Medjugorie per affidare la sua vita alla Madonna. Prima di morire scrisse una lettera per il figlio Francesco:

Carissimo Franci,

oggi compi un anno e ci chiedevamo cosa poterti regalare che potesse durarti negli anni e così abbiamo deciso di scriverti una lettera. Sei stato un dono grande nella nostra vita, perché ci hai aiutato a guardare oltre i nostri limiti umani, quando i medici volevano metterci paura, la tua vita così fragile ci dava la forza di andare avanti. Per quel poco che ho capito in questi anni, posso solo dirti che l’amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto di amore, viviamo per amore e per essere amati e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio. Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri, come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma, ma è bello morire consumati, proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo. Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna. Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente, perché tutto è un dono; come dice San Francesco: “Il contrario dell’amore è il possesso”. Noi abbiamo amato i tuoi fratelli Maria e Davide e abbiamo amato te, sapendo che non eravate nostri, che non eravate per noi e così deve essere tutto nella vita: tutto ciò che hai non ti appartiene mai, perché è un dono che Dio ti fa, perché tu possa farlo fruttare. Non scoraggiarti mai figlio mio, Dio non ti toglie mai nulla, se toglie è solo perché vuole donarti tanto di più. Grazie a Maria e Davide noi ci siamo innamorati di più della vita eterna ed abbiamo smesso di avere paura della morte, dunque Dio ci ha tolto, ma per donarci un cuore più grande ed aperto ad accogliere l’eternità già in questa vita. Ad Assisi mi ero innamorata della gioia dei frati e delle suore, che vivevano credendo alla provvidenza e allora ho chiesto anche io al Signore la grazia di credere a questa provvidenza di cui mi parlavano, di credere a questo Padre che davvero non ti fa mai mancare niente e Fra Vito ci ha aiutato a camminare credendo a questa promessa. Ci siamo sposati senza niente, mettendo però Dio al primo posto e credendo all’amore che ci chiedeva questo grande passo. Non siamo mai rimasti delusi, abbiamo sempre avuto una casa e tanto di più di quello che ci occorreva. Tu ti chiami Francesco proprio perché San Francesco ci ha cambiato la vita e speriamo che possa essere un esempio anche per te. E’ bello avere degli esempi di vita che ti fanno capire che si può pretendere il massimo della felicità, già su questa terra, con Dio come guida. Sappiamo che sei speciale e che hai una missione grande. Il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire, se gli aprirai il cuore. Fidati, ne vale la pena.

Mamma Chiara.

 

Video testimonianza di Chiara ed Enrico:

 

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