Da Cosa Nostra al Comune

Nella villetta requisita alla mafia un rifugio per donne in difficoltà

Nella villetta requisita alla mafia un rifugio per donne in difficoltà
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Via  Martin Luther King. Una strada chiusa, senza uscita, di Suisio. Al civico 11 sorge una piccola villetta a schiera. Anonima. Due piani e un sottotetto. Persiane in legno, quasi a ricordare una casa di montagna. Un piccolo giardino. Nel prato, una piccola piscina ormai sepolta sotto il terreno. Questa è la casa in cui anni fa risiedette Antonio Schettini figura di spicco della criminalità organizzata. Un passato con alcune decine di omicidi sulle spalle prima e come collaboratore di giustizia poi. Un futuro come uomo libero. Dopo 26 anni carcere, quasi tutti al «41 bis», e un periodo di detenzione domiciliare,  entro poco tempo «Tonino il Napoletano» avrà saldato il suo conto con la giustizia. In quella che fu la sua abitazione, lo scorso giovedì 9 novembre, ha preso il via un progetto di «housing sociale». La villetta era rimasta per un certo tempo nella disponibilità dell’Arma dei Carabinieri, per poi essere ceduta al Comune di Suisio nel 2010. «Per alcuni anni - ha spiegato il sindaco Giuseppe Casali - l’Amministrazione comunale è andata alla ricerca di una possibile soluzione per l’utilizzo del bene. La mancanza di risorse per sistemare l’edificio, che versava in condizioni di degrado, ci ha rallentato. Tuttavia, abbiamo sempre avuto in mente un progetto che coinvolgesse l’intero territorio prevedendo un utilizzo a favore della comunità dell’Isola bergamasca. Progetto che oggi ha preso il via».

 

 

La situazione si era sbloccata nel 2016 quando, anche grazie a fondi di Regione Lombardia, erano iniziati i lavori di riqualificazione della struttura, terminati a inizio 2017. L’idea di riconversione in struttura dedicata all’«housing sociale» è giunta, come ha spiegato Danilo Riva, presidente dell’«Azienda Isola» - società consortile che si occupa dei servizi alla persona a livello sovracomunale - «Sulla base di un’analisi delle necessità concrete del nostro territorio». «Casa Camilla Bravi» accoglierà donne sole.  Donne che durante il loro percorso di vita - come è capitato a Camilla Bravi, a cui la casa è intitolata – hanno incontrato una situazione di difficoltà, necessitando di un momento di tranquillità e supporto socio-economico da parte della comunità, prima di poter «ripartire». La struttura è in grado di ospitare complessivamente otto utenti, suddivisi in tre stanze diverse, con spazi dedicati anche ai bambini. Saranno 24 i Comuni che attraverso l’Azienda Isola potranno fare affidamento su questa nuova struttura di housing sociale. I singoli Comuni individueranno le donne in condizioni di fragilità sociale alle quali sarà offerta l’opportunità di risiedere per un periodo di tempo limitato nella struttura. Fra le 24 municipalità coinvolte, solo tre sindaci del territorio erano presenti all’inaugurazione: Michele Pellegrini sindaco di Calusco d’Adda, Luigi Ferreri sindaco di Madone e Massimo Ferraris  primo cittadino di Bonate Sopra. A gestire la struttura sarà la cooperativa Aeris di Vimercate. «Siamo già pronti per essere operativi» ha spiegato la presidente Arianna Ronchi. Non ha nascosto la soddisfazione per il lavoro svolto Danilo Riva di Azienda Isola: «Quando i sindaci dell’Isola lavorano insieme senza dividersi in base a posizioni politiche, si ottengo risultati importanti».

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