Quei 300 atalantini che da Londra hanno dato una lezione agli ipocriti

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La spedizione dei trecento tifosi atalantini a Londra, per seguire la squadra impegnata nel test con il Qpr, ha riscosso un successo strepitoso. E non soltanto per l’entusiasmo e la passione che hanno contraddistinto i bergamaschi, suscitando l’ammirazione inglese.

A tenere banco è il messaggio forte e chiaro, di civiltà e di correttezza, che i ragazzi e le ragazze della Curva Nord hanno lanciato dal Lotus Road a Bergamo e ai moralisti ipocriti, annidati nei palazzi della politica di Bergamo e di Roma, per non dire dei somari della disinformazione. Gli stessi che, durante l’ultima stagione, hanno criminalizzato un'intera tifoseria, dipingendola come un’accozzaglia di barbari. Poi sono arrivati il boom della Festa della Dea, straordinaria festa di popolo nobilitata dall’intervento del papà di Yara e la trasferta londinese per un’amichevole che valeva molto più dell’etichetta di friendly match stampigliata sul cartellone del Qpr.

 

 

Dopo il bidone tirato dagli organizzatori di Graz, dove il primo agosto era in programma la gara con il Besiktas, annullata in extremis, gli atalantini hanno incassato il colpo, ma non si sono persi d’animo pur di esserci. Un volo charter organizzato di giorno e di notte, una partecipazione così intensa e così marcata da ricevere l’applauso dei sostenitori del club inglese. Twitter e Facebook si sono riempiti di elogi targati Uk e decisamente gratificanti.

È la dimostrazione che un altro tifo è possibile e che a questo modo di sostenere la propria squadra, porta anche la strada imboccata da Percassi e dall’Atalanta per realizzare uno stadio all’altezza di Bergamo e della sua gente, libero dalle barriere. Alla faccia di una classe politica locale, di qualunque colore che, per mezzo secolo, se n’è fregata della soluzione del problema. E che, naturalmente, alla prima gara interna di campionato, vedrà la Casta sgomitare pur di trovare un posto nella nuova tribuna. Transeat.

Nell’estate della violenza dissennata che in Italia e fuori ha scandito alcune amichevoli, quei trecento atalantini hanno conquistato Londra e hanno dato una lezione a chi non sa o non vuol sapere che cosa significhi dire “andiamo all’Atalanta”. A Bergamo o in capo al mondo.

 

 

 

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