Dal Giornale di Treviglio

Raduno delle perpetue lombarde a Caravaggio (ma in versione 2.0)

Raduno delle perpetue lombarde a Caravaggio (ma in versione 2.0)
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L’arcivescovo di Milano Mario Delpini sarà a Caravaggio  per la Giornata regionale dei collaboratori familiari del clero. Un grande evento dedicato alle perpetue di tutta la Lombardia: donne (ma ci sono anche collaboratori uomini) che affiancano i sacerdoti delle diocesi lombarde, come assistenti personali e domestiche. Ne parla il Giornale di Treviglio.

 

 

L’associazione dei collaboratori familiari del clero. A organizzare l’evento, che si terrà al Centro di spiritualità del Santuario di Santa Maria del Fonte giovedì 10 ottobre, è l’Associazione dei collaboratori familiari del clero: una sorta di “associazione di categoria” nata 37 anni fa, che raduna le collaboratrici ed i collaboratori diretti dei sacerdoti (i genitori del prete, talvolta, ma spesso volontari senza legami familiari “di sangue”), le mogli dei diaconi permanenti, o semplici fedeli “che si sentono chiamati a servire la Chiesa attraverso il servizio diretto alla persona e alla missione del prete”.

Le perpetue dai “Promessi sposi” al dizionario. L’associazione nasce nel 1982, dando una veste associativa a una figura che esiste fin dall’alba del Cristianesimo. La parola “perpetua”, indicante appunto la governante convivente con il sacerdote, ha invece natali più recenti ma ugualmente importanti. Perpetua era infatti il nome della… perpetua di don Abbondio nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni. Per antonomasia, poi, il nome è diventato comune ad indicare appunto tutte le laiche al servizio dei preti.

 

 

Negli ultimi anni, anche grazie alla stessa associazioni, i collaboratori familiari hanno ripensato il loro compito in una chiave meno subalterna allo stesso clero e più consapevole della loro missione accanto alla Chiesa. Hanno un giornale, un sito internet e un’organizzazione nazionale e regionale, che vede oggi come presidente nazionale Brunella Campedelli della diocesi di Bologna ed Eliana Marcora, di Busto Arsizio, per la diocesi di Milano (che conta circa quattrocento collaboratori). «C’è bisogno della collaborazione dei laici nella Chiesa poiché ci sono meno preti di un tempo? Chiediamo ai laici di prestare testa, mani e piedi ai preti poiché questi sono sempre meno? I laici ora vanno bene perché assolvono la funzione di servizio ai preti? No. Tra prete e laico, infatti, non c’è subalternità ma una stessa dignità, quella battesimale di figli di Dio e diversa vocazione di servizio alla Chiesa e al Regno di Dio. Sono partecipi dell’unico sacerdozio regale e profetico di Cristo a diverso titolo: il laico è investito del sacerdozio comune, cioè il sacerdozio di tutti, per fare di tutta la creazione un’offerta gradita al Creatore; il prete è investito del sacerdozio ordinato, cioè del sacerdozio ordinato-finalizzato al bene spirituale di tutti, per non far mancare a nessuno i beni spirituali necessari per servire la missione della Chiesa. Tra sacerdozio comune e sacerdozio ordinato vi è reciprocità: l’uno chiama l’altro, l’uno ha bisogno dell’altro per contribuire insieme alla vita e alla missione della Chiesa».

Accanto ai preti ogni giorno. Il collaboratore familiare, si legge nel sito dell’associazione,«è a servizio dell’umanità del prete». L’associazione punta a rivendicare l’importanza di questo ruolo all’interno di una Chiesa in costante trasformazione. «L’umanità del prete cresce se è oggetto di cura. Questo per evitare la trascuratezza nel vestire, mangiare, dormire, abitare, ma anche la trascuratezza nello stile di vita: nel tratto con cui si rapporta con le persone, nello stile con cui si fa carico dei problemi della comunità. I Familiari allora sono coloro che hanno un rapporto simile a quello dei componenti una famiglia pur in assenza di un legame di sangue, ma che si traduce ugualmente in affetto, cura e riconoscenza. L’Associazione dei Familiari vuole sollecitare la sensibilità dei preti, vescovi, comunità cristiana, perché comprendano che la cura della persona del prete, la collaborazione diretta al suo ministero sono condizioni necessarie perché l’umanità del prete si manifesti in senso pieno».

Dalla canonica alla Chiesa digitale. Non a caso, tra le “nuove funzioni” delle perpetue ci sono compiti non solamente “domestici”. E l’associazione guarda  come interlocutori anche  collaboratori che non necessariamente convivono con il sacerdote in canonica, ma che ugualmente gli stanno accanto ogni giorno, ad esempio  nelle funzioni amministrative della parrocchia. Tra gli altri, l’associazione si è recentemente rivolta anche ai «collaboratori nell’uso del computer e dei mezzi della comunicazione digitale».

La Giornata di Caravaggio. Il 10 ottobre, giovedì, il raduno al Santuario  si tiene in occasione della Giornata regionale dei familiari del clero. Saranno chiamate a raccolta le collaboratrici e i collaboratori di tutte le diocesi lombarde, per un evento presieduto nientemeno che dall’Arcivescovo di Milano Mario Delpini. Sarà  l’occasione per l’associazione  di inaugurare il nuovo anno sociale 2019-2020, alla presenza della presidente nazionale Brunella Campedelli e dell’assistente nazionale don Piergiulio Diaco. Le adesioni dovranno pervenire entro il 15 settembre comunicando ai responsabili: Mariapia Caccia (338.6046804), Eliana Marcora (347.7573521), Lucia Broggi (338.8238998), Adele Regazzoni (339.4169094). La giornata avrà inizio alle 9.30. Dopo la recita dell’ora media alle 10 è previsto l’intervento dell’Arcivescovo Delpini. Quindi la messa in Santuario alle 11.30, il pranzo e l’incontro (dalle 14.15) con i responsabili nazionali dell’associazione. La giornata si chiude con la recita del rosario alle 15.30. A Caravaggio la scorsa primavera si era già tenuta una giornata di esercii spirituali dell’associazione, con associate provenienti dalle diocesi di Mantova, Pavia, Bergamo, Cremona e Milano.

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