16 libri consigliati da Hemingway
Nell’aprile del 1934, Arnold Samuelson apre Cosmopolitan. E ci trova un racconti di Ernest Hemingway intitolato One Trip Across. Quelle righe, destinate alla pubblicazione, nel ’37, all’interno del romanzo To Have ot Have not, sono una folgorazione. Samuelson non ha un soldo in tasca, ma sa cosa deve fare. Hemingway, in quel momento, è a Key West, in Florida. Lui a Minneapolis, nel Minnesota. Sono 2mila miglia. Ma ha 22 anni. E vuole scrivere. Le percorre tutte, da solo. Lo mettono anche in galera una notte. Ma le nocche della sua mano, in un pomeriggio di un giorno qualunque dell’assolata America, arrivano a bussare alla porta di Ernest Hemingway. E quello viene ad aprire.
Scrive Samuelson nel suo With Hemingway. A Year in Key West and Cuba (pubblicato postumo, nel 1981): «Hemingway uscì sulla porta e mi squadrò con aria annoiata, in attesa che io parlassi. Non riuscivo a proferire verbo. Non ricordavo una parola del discorso che mi ero preparato. Hemingway era un uomo alto, con le spalle imponenti, e mi fissava con le braccia lungo ai fianchi aspettando di sentire il motivo per cui uno sconosciuto bussava alla sua porta». Alla fine, non solo lo fa entrare, ma lo assume per prendersi cura della sua nuova barca d’altura, la Pilar. E accetta di fargli da mentore.
Finché una volta, col suo whisky preferito tra le dita, Hemingway se ne esce con la domanda: «Hai mai letto Guerra e Pace?». No, non l’ha letto. «Dovresti, è un libro dannatamente bello. Evita gli scrittori contemporanei che non hanno nulla da insegnare e concentrati solo su quelli morti che hanno colto lo spirito del tempo». E poi, continua l’elenco, con una lista di 16 libri che il giovane Samuelson annota con ovvia attenzione. Tanti sono opere note, altri meno (troviamo ad esempio opere di Stephen Crane, giovane scrittore americano morto a 28 anni).
1) The Blue Hotel di Stephen Crane
Autore poco noto, morto in giovane età, storia breve di un uomo che affronta una serie di peripezie dopo aver soggiornato al Palace Hotel. Si trovano qui molti temi cari allo scrittore e stilisticamente il lavoro si discosta nettamente dagli standard del tempo, spesso deviando nel regno dell'Espressionismo.
2) La scialuppa di Stephen Crane
Opera naturalista-realista, il racconto rispecchia una disavventura occorsa in mare allo scrittore nel gennaio del 1897. Mentre era diretto a Cuba come inviato speciale per l'insurrezione cubana contro la Spagna, Crane fu in balia delle onde per trenta ora dopo che la Commodore affondò al largo della Florida e Crane, con altri tre uomini dell'equipaggio, raggiunse la terraferma. Uno dei naufraghi annegò. Crane scrisse questo racconto subito dopo essersi salvato. Il sottotitolo del racconto diceva: «A Tale Intended to be after the Fact», la narrazione comincia dove il fatto di cronaca si era concluso.
3) Madame Bovary di Gustave Flaubert
Un classico. 1856, primo romanzo di Gustave Flaubert. Appena pubblicato fu messo sotto inchiesta per oltraggio alla morale. L'anno dopo, e dopo l'assoluzione, divenne un bestseller. Ai prodromi del realismo, pieno di finezze e dettagli letterari nascosti, è la storia della bella e infelice Emma Bovary, che cerca una via di fuga alla soffocante e vuota vita di provincia. Nel modo più drammatico possibile.
4) Gente di Dublino di James Joyce
Un'altra pietra miliare. Anni Dieci del Novecento, quindici rivoluzionari racconti di Joyce narrano la vita degli abitanti di Dublino. A dispetto dell'apparente banalità del soggetto, si parla di paralisi e di fuga. Temi esistenziali e tragici, nascosti nelle microazioni e nei microfallimenti - persino negli oggetti - di tutti i giorni. A livello stilistico, utilizzo magistrale del discorso diretto libero e cangiante punto di vista del narratore. Joyce.
5) Il rosso e il nero di Stendhal
Parigi, 1830, secondo romanzo di Stendhal. Un fatto di sangue preso dalla cronaca del tempo, un processo, la veemenza di un popolo oppresso dalla Restaurazione. Uno splendido affresco della società post-napoleonica, fatto di relazioni vivide tra personaggi dalla psicologia delineatissima. Un titolo immortale.
6) Schiavo d’amore di William Somerset Maugham
Romanzo di formazione parzialmente autobiografico, datato 1915. Phil è un giovane solitario con un difetto fisico che lo rende ancora più timido. Naturalmente, si innamora anche. E follemente. Tra gli anni Trenta e Sessanta ne han fatto tre film.
7) Anna Karenina di Lev Tolstoj
1877, il primo vero grande romanzo di Tolstoj, capolavoro del realismo. Dostoevskij ebbe a dire, a riguardo: «Anna Karenina in quanto opera d'arte è la perfezione. E niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato». La vicenda segue gli amori e le sofferenze di Anna, perla dell'alta società russa che lascia il marito per un affascinante conte. Ipocrisia, gelosia, fede, desiderio, noia, prigionie dell'esistenza. C'è tutto. Anche qui, un dramma.
8) Guerra e pace di Lev Tolstoj
Due famiglie, i Bolkonskij e i Rostov, durante la campagna napoleonica in Russia. Un'opera paragonata dallo stesso Tolstoj alle epopee omeriche. Denso di riferimenti filosofici, scientifici e storici, il racconto sembra unire la forza della storicità e la precisione drammaturgica a un potente e lucido sguardo metafisico che domina il grande flusso degli eventi, da quelli colossali (come la battaglia di Borodino) a quelli più intimi.
9) I Buddenbrooks di Thomas Mann
La progressiva rovina di una famiglia della borghesia di Lubecca nell'Ottocento, in quattro generazioni consecutive. Mann studia Émile Zola, i fratelli De Goncourt, Paul Bourget. Ma ci sono anche echi di Richard Wagner, Friedrich Nietzsche e Arthur Schopenhauer. La vera novità, per l'epoca, è che la vicenda si affianca ad un'attenta ricostruzione sociale e soprattutto a un importante e notevole approfondimento delle componenti psicologiche dei personaggi.
10) Hail and Farewell di George Moore
Considerato il capolavoro di Moore, pubblicato nel 1914, è una raccolta di memorie in tre volumi, dedicata al grande gruppo di talenti letterari radunati sotto il nome di Irish Literaly Revival (tra gli altri, Yeats, Lady Gregory) e all'Abbey Theatre. Con excursus notevoli anche sulla società e la vita religiosa del tempo.
11) I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij
Ultimo romanzo del grande scrittore russo, si sviluppa attorno alle vicende dei membri della famiglia Karamazov, al contesto in cui matura l'assassinio di Fëdor, il capofamiglia, e al conseguente processo nei confronti di Dmitrij, il figlio primogenito accusato di patricidio. Ma, a un livello più profondo, è il dramma spirituale scaturito dal conflitto morale tra fede, dubbio, ragione e libero arbitrio.
12) The Oxford Book of English Verse di Arthur Quiller-Couch
Una piccola deviazione dai romanzi classici. Si tratta di un'antologia della poesia inglese, edita da Arthur Quiller-Couch e pubblicata nel 1900, che ha avuto una grandissima influenza sul gusto popolare e sulla percezione della poesia per almeno una generazione. Il suo formato in carta indiana è stato trasportato in tutto quello che era allora l'Impero Britannico e in guerra nello zaino dei soldati. La prima edizione ha venduto 500mila copie, una cifra incredibile per i tempi.
13) La stanza enorme di Edward Estlin Cummings
Romanzo autobiografico composto sull'esperienza di tre mesi di detenzione a La Ferté-Macé. Tredici capitoli dedicati al ritratto degli uomini e delle donne con cui l'autore ha condiviso la prigionia, per delineare una disincantata e irriverente denuncia degli eccessi che derivano dall'esagerata applicazione delle regole e del rigore burocratico. Collocato nei campi di prigionia della prima guerra mondiale, costituisce un documento storico e antropoligico di estremo interesse.
14) Cime tempestose di Emily Brönte
Classico della letteratura inglese, non accolto benissimo al suo debutto per l'insolita crudeltà fisica e mentale che vi si trovava descritta, il romanzo di Emily Brontë narra la storia di Heathcliff, del suo amore per Catherine, e di come questa passione alla fine li distrugga entrambi, in una vicenda imperniata su gelosia e vendetta. Il racconto è affidato alle parole di Nelly, la governante di famiglia, che parla con il nuovo affittuario.
15) Far Away and Long Ago di William Henry Hudson
Inizio Novecento, si tratta dell'autobiografia del naturalista William Hudson, che passò i primi 18 anni della sua vita nella pampa argentina. In una prosa semplice e piana, l'autore parla della sua infanzia e della sua giovinezza, e di un'educazione fatta di osservazione della natura e di letture nella biblioteca paterna.
16) L’americano di Henry James
L'americano è Christopher Newman, un quarantenne di bella presenza e di notevoli fortune, accumulate fabbricando vasche da bagno, che va in Europa per migliorare la sua cultura e cercare moglie. Moglie che naturalmente deve far parte dell'antica nobiltà. Poi ci son di mezzo famiglie e segreti e dolori. Il romanzo, il secondo nella cospicua produzione dell'autore, ha il pregio di avere una grande accessibilità pur presentando già gran parte di quei motivi di stile e di contenuto cha faranno di James il più sottile e penetrante indagatore del comportamento umano della letteratura moderna.