Chi era il ragazzo di San Giovanni B. investito a morte da un’auto a Lallio
«24 anni e un cuore grande così, compagno di serate al Saint e al Karaoke in valle. Risate in compagnia quando uscivo a Sangio... poi ti ho perso di vista perché sapevo che facevi il cuoco in giro e ero molto contento per te. Poi ho saputo che lavoravi alla Wiener House e sono venuto un po' di volte a trovarti dove ci siamo fatti 4 parole e quattro risate...sono sotto shock a sapere che non ci sei più... senza parole davvero...». Lo scrive Luca Volpi su Facebook, ed è solo uno dei tanti messaggi di addio degli amici a Giovanni Scanzi, di San Giovanni Bianco (frazione San Gallo) investito a morte sabato a Lallio. Anche il padre Massimo, 65 anni, dal 1973 dipendente dell’Ats di Bergamo, che era con lui, versa in condizioni gravissime. I funerali si terranno domani, martedì 4 settembre, alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Gallo.
Era cuoco al Bù Cheese Bar. Giovanni avrebbe compiuto 25 anni il giorno di Natale. Nato a San Giovanni Bianco, si era trasferito per un periodo con la famiglia ad Almenno San Salvatore quattro anni fa, per poi tornare nel suo paese di origine. Diplomato all’Alberghiero di San Pellegrino, aveva lavorato come cuoco alla Baita del camoscio di Valleve e alla Wiener Haus di Curno, e da aprile faceva parte dello staff del Bù Cheese Bar di via Monte San Michele, nel centro di Bergamo. Doveva essere al lavoro alle 10, sabato mattina: prima doveva passare alla carrozzeria M&P di Lallio a ritirare la sua Opel. Ma non è mai arrivato. Lascia la madre Antonella Galizzi, insegnante, e il fratello Federico, fresco di laurea.
Cos’è accaduto. Stavano attraversando a piedi la Provinciale a Lallio quando sono stati travolti da una 500. Sono stati scagliati lontano in un fosso profondo due metri. Gravissimo incidente, sabato mattina a a Lallio, quello che è costato la vita a Giovanni Scanzi. Il padre Massimo si trova nella Rianimazione del Papa Giovanni. In quel punto la strada è molto trafficata ma non ci sono semafori o strisce pedonali, per raggiungere la carrozzeria M&P. Alla guida della Fiat che li ha investiti il milanese S.A., 34 anni, milanese abitante nel Lodigiano ma con un passato a Curno. Era passato a trovare i parenti. È risultato negativo all’alcoltest e ha raccontato alle forze dell’ordine, sotto choc, che «Hanno attraversato di corsa, li ho visti all’ultimo secondo». Il botto è stato talmente forte da essere distintamente sentito da chi lavora nelle attività ai lati della provinciale.
Il ricordo dei colleghi. Giovanni lavorava da un anno e mezzo al Bu Cheese Bar. Gli volevano bene tutti, perché professionale e solare. Aveva ottenuto da poco un contratto a tempo indeterminato, La notizia è arrivata fino a San Simone, al rifugio «Baita del Camoscio»: lì Giovanni ha lavorato una stagione e mezza come aiuto cuoco: si adeguava al menù montano, ma sapeva fare piatti ingegnosi. Giovanni era legatissimo al capo-chef del Bu Cheese Bar, Simone Busi, di un anno più vecchio: «Ho perso il mio braccio destro al lavoro e nella vita. Non so come farò senza Gio, eravamo come fratelli», ha raccontato a L’Eco di Bergamo. I due hanno frequentato l’asilo insieme, poi si sono divisi alle elementari e medie, ma essendo compaesani sono sempre rimasti molto legati. Si sono ritrovati alle superiori: visto che Simone ha perso un anno, sono stati in classe insieme per l’intero quinquennio all’Istituto professionale alberghiero di San Pellegrino Terme. «L’avevo convinto a scegliere cucina come me – racconta ancora -. - Dopo gli studi abbiamo iniziato la nostra carriera lavorativa, siamo partiti dai primi stage scolastici insieme fino all’ultimo lavoro al Bù Cheese Bar. Sapevo che aveva bisogno di lavorare e sono riuscito ad inserirlo nella mia squadra, nominandolo mio braccio destro. Veniva al lavoro soddisfatto e fiero». I due ragazzi avevano anche un sogno da realizzare: aprire un locale insieme o comunque mettersi in società. Prima del tragico incidente, i due amici erano stati due giorni in Trentino per un «viaggio di studio» presso un ristorante due stelle Michelin: erano tornati proprio la notte precedente e si erano fatti l’ultima birra insieme prima di salutarsi.