80 anni, auguri Re Giorgio!
L’11 luglio Giorgio Armani compie 80 anni e il suo marchio conosciuto in tutto il mondo fra poco festeggerà i 40. Il suo nome è ormai simbolo indiscusso di eleganza, stile e creatività. Re Giorgio, così lo chiamano gli inglesi, è a capo di un impero vastissimo e il suo è un regno che dura da tanto tempo. Precisamente, dal 1975.
Nove linee diverse, due hotel di lusso e una squadra di basket. Nel 1981, dopo le prime lussuose sfilate, Giorgio Armani intuisce la necessità di creare delle collezioni meno costose ed apre il marchio Emporio Armani, con il celebre aquilotto come logo, e la linea denim Armani Jeans. Nel 1991 inaugura la linea fast fashion Armani Exchange, nel 2000 Armani Collezioni e Armani Casa, nel 2004 EA7, una linea d'abbigliamento sportiva. Attualmente le linee di Giorgio Armani sono nove: Giorgio Armani Privé, Armani Collezioni, Emporio Armani, AJ Armani Jeans, A/X Armani Exchange, Armani Teen, Armani Junior, Armani Baby e Armani Casa, con l’arredamento per interni.
Oggi il nome Armani è impresso anche su due hotel di lusso a Dubai e a Milano: regni di eleganza, misura, design. Nel 2008 si concede anche lo sfizio di entrare nel mondo dello sport comprando l’80% delle quote societarie della Pallacanestro Olimpia Milano.
Un brand (solo suo) che vale 8,5 miliardi di dollari. Giorgio Armani da molti è considerato il re indiscusso della moda mondiale e Forbes, vera istituzione quando si parla di ricchi e di ricchezze, ha stimato che il suo patrimonio si aggiri attorno agli 8,5 miliardi di dollari. Queste cifre lo rendono uno tra gli uomini più ricchi d’Italia e lo fanno entrare nella top 20 degli uomini più ricchi del mondo. Da modesta azienda di moda, l’Armani S.p.A. è divenuta, negli anni, una delle più grandi maison, il cui stile è riconosciuto in tutto il mondo e che genera un volume di circa due miliardi di dollari all’anno.
L’impero Armani comprende più di 250 negozi in 33 paesi del mondo ed è un impero di proprietà privata: Re Giorgio è il socio unico della sua azienda e questo fa di lui l’ultimo stilista di moda indipendente.
Medicina, la Rinascente, le camicie da uomo. E la prima sfilata. Giorgio Armani è nato l'11 luglio 1934 a Piacenza. Tutto è cominciato quando, dopo il liceo scientifico, si iscrive alla facoltà di Medicina. Ma, al terzo anno, l’abbandona. E, nel 1957, inizia a lavorare per la Rinascente, dove è assunto come assistente fotografo, e qui rimane fino al 1963. Questa prima esperienza gli permette di toccare con mano le regole della produzione, della distribuzione e di conoscere il rapporto che intercorre tra moda e industria. La Rinascente è anche vetrina delle novità di moda di tutto il mondo: Giorgio Armani impara. Ad anticipare le necessità e i gusti delle clienti, a coinvolgerle in stili non ancora conosciuti, a dettare i tempi e le tendenze della moda.
Durante quegli anni viene notato da Nino Cerruti, noto stilista e imprenditore, che gli propone di curare la linea Hitman di camicie da uomo. Proprio assieme a Cerutti, Armani muove i primi passi nella moda, sviluppa una conoscenza più approfondita dei tessuti, scopre la versatilità dei materiali e delle stoffe, e l’importanza di avere un’azienda alle spalle.
Nel 1970, la prima sfilata delle sue creazioni. È un successo. Da quel giorno, matura in lui la voglia di mettersi in proprio, di fare qualcosa che porti solo il suo nome. E così nel 1975 viene ufficialmente registrato il marchio Giorgio Armani S.p.A. Il successo di Re Giorgio non tarda ad arrivare. Già con la prima collezione maschile, presentata a luglio 1975, per la primavera-estate 1976, riceve applausi e grandi consensi da parte del difficile pubblico della moda.
La rivoluzione inizia dalla giacca. La rivoluzione Armani incomincia dalle giacche, di cui cambia il classico design: vengono eliminati i supporti interni, spostati i bottoni e modificate le proporzioni tradizionali.Nascono così le giacche destrutturate, che rimarranno emblema assoluto del suostile. Il genere è lo stesso della giacca da uomo, che, privato delle sue strutture rigide, regala al corpo della donna un aspetto flessuoso e una maggiore libertà di movimento. Stessa rivoluzione per agli abiti maschili: ammorbidisce i tessuti, utilizza colori più sfumati e le giacche rimangono eleganti non sono più austere.
Il successo mondiale. Il successo internazionale di Giorgio Armani non tarda ad arrivare. Nel 1978 Diane Keaton ritira l’Oscar per Io e Annie indossando una giacca Armani, nel 1980 i suoi abiti vengono indossati da Richard Gere in American gigolò, film che rese popolare lo stilista in tutto il mondo. Nel 1982 si guadagna la copertina del Time, che lo celebra con queste parole: «I vestiti sono la stoffa della storia e la texture del tempo. E questo tempo, proprio ora, appartiene a Giorgio Armani». L’anno successivo il Council of Fashion Designers of America lo premia come stilista dell’anno. La sua moda è fin da subito apprezzata sia dalle star ma anche dalla gente comune che trova nelle sue collezioni la risposta alle nuove esigenze dei tempi: la portabilità dei capi.
Il genio è sempre un passo avanti. Tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80, Giorgio Armani fu uno dei personaggi che più contribuì al successo del Made in Italy e all’ascesa di Milano come capitale della moda. Il suo intuito imprenditoriale lo portò nel 1981 a Tokyo, per una sfilata evento, e nel 1987 a Mosca. Entrambe le città oggi sono centri strategici per il mercato internazionale. Nel 2000 il Guggenheim di New York gli ha dedicato una mostra celebrativa dei suoi primi 25 anni di attività, raccogliendo 500 sue creazioni: dai tailleur con le giacche destrutturate degli anni '70 agli abiti delle donne in carriera degli anni '80, oltre che innumerevoli successi degli anni a seguire.