Al tavolo di un bar con Mimì Augello (lunedì c'è il nuovo Montalbano)

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In attesa che la fiction Rai Montalbano, diretta da Alberto Sironi, vada in onda per la ventisettesima volta da lunedì 29, Mimì Augello mangia la pizza seduto al tavolo di un caffé romano e sfoglia il copione del prossimo Montalbano che si girerà in Sicilia tra marzo e luglio 2016. «Due nuovi episodi ispirati a un romanzo che Andrea Camilleri ha scritto lo scorso anno e di cui non conosco il nome». Cesare Bocci è ormai Mimì in tutto e per tutto, la trasformazione è totale e perfetta, specialmente nel timbro della voce, inimitabile, quella che fa venire irresistibile la voglia di chiedergli se si è inguaiato di nuovo per colpa di qualche «femmina».

 

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«Come no, è evidente. Tra un caso e l'altro mi ritrovo come sempre invischiato in un mucchio di situazioni scabrose. Mimì è fatto in questo modo... Grazie a Salvo però riesce a cavarsela, perché Montalbano non è solo un collega e un superiore ma specialmente un amico. Vero».

Amico anche nella vita...
«Senza dubbio, avere a che fare con un attore del calibro di Luca Zingaretti conta molto per me, ma ancora di più il fatto di trovarmi di fronte una persona trasparente e onesta».

Eppure Mimì sembra soffrire a volte la pressione del suo capo...
«Proprio così. Camilleri ha impresso una quota morale molto forte nella natura del suo personaggio, solo all'apparenza dai modi semplici e concilianti. Nei miei riguardi Montalbano esige una identica dirittura. Mimì Augello è un poliziotto perbene sostanzialmente fregato da un atteggiamento troppo superficiale e dal vizio di essere troppo fimminaru, come si dice in dialetto siciliano.

A proposito di Camilleri, in che misura lo scrittore interviene sulla fiction?
«Direttamente no. Però tanto i racconti che i romanzi sono miniere inesauribili per la produzione, spesso delle sceneggiature complete perché lo stile di Camilleri è cinematografico: lui le cose le fa vedere mentre si leggono. Inoltre, è straordinaria la contemporaneità dei casi trattati: ad esempio nel prossimo episodio, La Piramide di Fango, si raccontano tipici casi di corruzione cui non ci abitueremo mai, mentre nell'altro, Una faccenda delicata, partendo dall'omicidio di un’anziana prostituta si tocca la controversa e attualissima questione dell'utero in affitto».

Novità in questa edizione?
«Intanto il fatto che siamo tutti più vecchi di tre anni, un dato che mette di pari passo attori e personaggi. Poi l'arrivo di Sonia Bergamasco, straordinaria attrice, nei panni di una convincente Livia. Infatti, la fidanzata di Salvo, per gli impegni sempre più pressanti dell'interprete austriaca Katharina Böhm, era ultimamente diventata una semplice voce al telefono».

Salvo Montalbano nella fiction come negli scritti di Camilleri è un buongustaio, ma nella realtà chi di voi ama di più il buon cibo?
«Tutti e due. Con la differenza che Luca non sa friggersi neppure un uovo mentre io sono un bravo chef, capace di preparare carbonare e pasta alle vongole decisamente memorabili!».

Una curiosità: questo Mimì avrà i baffetti?
«Abbiamo capito che un Mimì senza baffi è un Mimì nudo: assolutamente improponibile».

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