Anche Bergamo ha il suo Billy Elliot: la danza di Davide Loricchio, iniziata a Torre Boldone
Da bambino assistette a un saggio della sorella, da allora il suo unico desiderio è stato danzare. L'aiuto di "Onstage". Oggi è solista a San Pietroburgo
di Andrea Carullo
Come un moderno Billy Elliot sta pian piano conquistando il mondo della danza, ma le sue origini risalgono alla scuola Onstage di Torre Boldone. Davide Loricchio, 24 anni, ha mosso i suoi primi passi proprio nella Bergamasca, sviluppando quel talento subito notato dai suoi insegnanti.
Comincia tutto da bambino, quando assiste al saggio di fine anno della sorella. Tanta è l’emozione che lo travolge che scappa dalle file del pubblico per infilarsi nel backstage.
«È iniziato tutto così, volevo sapere come si preparavano i ballerini, cosa accadeva dietro le quinte» racconta Davide. Quell’unica magica serata è quanto basta a far sbocciare in lui il fiore della passione, e già il giorno dopo non desidera altro che iscriversi a una scuola di danza. È così che entra in gioco Onstage, dove Francesca Sperani ed Ermanno Rossi, fondatori e ballerini professionisti, notano subito in lui un talento raro, che deve essere coltivato e guidato negli anni a venire.
«Davide è stato uno dei nostri primi allievi - racconta Sperani -. È arrivato come un fulmine a ciel sereno, aveva davvero molto talento. Purtroppo la sua famiglia non aveva molte possibilità e la danza è uno sport bellissimo, ma chiede sacrifici. Non potevamo abbandonarlo, lo abbiamo aiutato come potevamo. Prima con le borse di studio, poi aiutandolo a pagare la retta dell’Accademia di San Pietroburgo. Organizzammo una lotteria, ricavammo circa metà dei fondi».
Un rapporto costruito nei dieci anni di Davide insieme a Onstage, evolutosi fino a diventare quasi familiare e basato su un grande valore: la fiducia. «Quella c’è sempre stata, è stata essenziale per costruire questo percorso. Spesso, negli anni, gli sono state offerte borse di studio per altre accademie, ma noi gli abbiamo sempre consigliato di non affrettare i tempi: puntavamo a quella di San Pietroburgo».
E l’occhio esperto di Sperani e Rossi non tradisce, tanto che (...)