Siamo ancora al trenta per cento Intanto, però, abbiamo vinto

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È pesantissima la vittoria in rimonta che l’Atalanta ha conquistato su un Sassuolo tosto e mai domo. Pesantissima perché il vero campionato della Dea cominciava oggi, dopo le onorevoli sconfitte rimediate giocando molto bene sia con la Roma sia con il Napoli, rispettivamente seconda e terza classificata dell’ultimo torneo. Pesantissima perché non c’era modo migliore di avvicinarsi all’Everton, sulle ali di un entusiasmo pazzesco che Bergamo non smette di assaporare (diecimila abbonamenti per le tre gare interne di Europa League, oltre cinquemila biglietti già piazzati per giovedì) e di cui ha dato un altro saggio la straordinaria Curva Nord, incurante del diluvio. Pesantissima perché Berisha, Cornelius e Petagna, i mattatori della partita, dimostrano che il mercato paga, se le scelte sono azzeccate: il portiere dell’Albania è stato riscattato dalla Lazio per cinque milioni di euro; li centravanti della Danimarca (15 presenze, 8 gol) è stato acquistato per tre milioni mezzo; Petagna è stato confermato, nonostante ci fosse stata la possibilità concreta di una cessione.

C’è di più. C’è la capacità di Gasperini di rimescolare le carte a sua disposizione pensando all’Everton, grazie a una rosa qualitativamente e quantitativamente elevata. In Europa, la Dea non si presenta per fare la comparsa, forte anche dei suoi 18 giocatori che, in campo internazionale, hanno collezionato 381 presenze. È fuori discussione che i nerazzurri abbiano sofferto contro i neroverdi, sagacemente disposti in campo da Bucchi: ma, proprio per questo, il successo vale doppio. Ci sono ancora molte cose da migliorare e «gol da asilo» (Gasperini dixit), come quello incassato da Sensi su azione di contropiede non si devono più prendere. Ma Caldara è tornato e si vede; Masiello e Toloi crescono di partita in partita; De Roon sta prendendo confidenza con l’assetto tattico dell’allenatore che lo vuole sempre più protagonista in mezzo al campo. La concorrenza di Cornelius sta facendo bene a Petagna, troppo spesso criticato perché non segna valanghe di gol, cosa che non si può chiedere a un centravanti di manovra d’antico stampo e di prezioso ruolo. Fra poco, all’appello si presenterà anche Gomez e l’Europa è fatta apposta perché si riprenda la copertina di un’Atalanta che, grazie anche al suo contributo determinate, in Europa è tornata dopo ventisei anni. Avanti così. Questa squadra ha mostrato appena il trenta per cento di cui è capace. Intanto, è tornata a vincere.

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