Atalanta catenacciara ma si può vincere con il 9-1-1?
Stendardo, migliore in campo, che a Torino deve fare pure il centravanti e, alla fine, risulta l'uomo più pericoloso, costringendo Gillet a una grande parata. Sportiello ancora una volta superstar, con almeno due interventi decisivi.
Intendiamoci: se per salvarsi bisogna fare punti non importa come, forse ci siamo. Una settimana dopo l'invereconda figuraccia di Udine sono arrivati il pareggio interno con il Napoli e il primo pareggio esterno. Nel frattempo, il Genoa di Gasperini di punti in 3 partite ne ha totalizzati 9, battendo fra le altre la Juve a Marassi e l'Udinese al Friuli, ma questo è un altro paio di maniche. E poi, Gasperini è un profeta del gioco d'attacco. Colantuono no: se il suo neocatenaccio è il manifesto di un'inquietante involuzione tecnica e tattica, questa Atalanta è destinata a dannarsi l'anima sino all'ultimo minuto dell'ultima partita. E così non va bene. Non va per niente bene.
Rispetto alla squadra dei 52 punti sul campo, conquistati partendo da -6 o dei 50 dell'ultima stagione, comprensiva di sei vittorie consecutive, questa è una squadra trasfigurata. Cioè sfigurata. Da qualche parte, lassù, Nereo Rocco sarà stato orgoglioso del gigantesco muro nerazzurro eretto in casa del Toro con un 5-3-2 che, in realtà è risultato essere un 9-1-1, considerato che, a parte Denis e Boakye, tutti gli altri nerazzurri si sono stoicamente sacrificati per eseguire le direttive dell'allenatore il quale ieri, con una excusatio non petita, ha tenuto a precisare come Percassi non gli suggerisca né gli imponga la formazione (chi mai ha sostenuto il contrario?).
E ci mancherebbe altro: per fortuna dell'Atalanta, nell'Atalanta ognuno fa il suo mestiere. Per questo la società ha messo a disposizione una rosa molto più forte e competitiva della passata stagione, anche se, per ora, i risultati stentano ad arrivare e 9 punti in 10 partite sono pochi (2 vittorie, 3 pareggi, 5 sconfitte, 4 gol segnati, 11 subiti). Per fortuna, di punti a disposizione, ce ne sono ancora 84. Ma se l'Atalanta diventa il fortino del non gioco, cancellando tutto quanto di felice è stato fatto prima d'ora nell'età di Colantuono, ci aspettano tempi duri.
Anche perché non si capisce questa continua frenesia di cambiamento che si è impadronita dell'allenatore che non mette mai in campo la stessa formazione per due volte di fila, ma, alla fine è costretto comunque ad affidarsi di nuovo ai veterani del calibro di Stendardo, e in corso d'opera, di Del Grosso e Raimondi. Intanto, nessuno ha capito come mai Maxi Moralez non sia partito titolare a Torino. Forse perché non può fare il terzino.