Il bancario che i soldi dei ricchi li metteva sui conti dei poveri
È una bella favola che resta bella anche se non ha propriamente un lieto fine. Il protagonista si chiama Gilberto Baschiera. Di lavoro faceva una professione che in realtà ha poco a che vedere con le favole: il bancario. Eppure, dalla sua scrivania, tra pratiche e numeri, ha trovato spazio per realizzare un sogno. Un sogno, anche se senza lieto fine.
Baschiera dirigeva la filiale di Forni di Sopra (Udine) della Banca di Carnia e Gemonese del Credito Cooperativo. Per intenderci, Forni è un comune di neanche mille anime in Friuli e deve avere un grande fascino dato che fa parte del club dei borghi autentici italiani. Ebbene, pur avendo la fama di direttore affidabile e inappuntabile, Baschiera da dietro il bancone faceva operazioni che pur dettate da istinto di giustizia non erano propriamente legali. In sostanza distraeva soldi dai conti milionari per spostarli su quelli di correntisti in difficoltà. O, come lui ha spiegato agli inquirenti, per consolidare posizioni di chi non riusciva ad accedere al credito bancario. «Ho sempre pensato», ha spiegato, «che oltre a tutelare i risparmiatori il nostro compito fosse soccorrere chi ha bisogno». Era un direttore giovane, di 40 anni, è come un giovane ha voluto cullare la sua utopia.
L’idea gli è scattata nel 2009. È allora che ha cominciato con i suoi travasi. Che per lui erano operazioni di giustizia. «Una ribellione al sistema che abbandona i pensionati con la minima e lascia i giovani senza risorse», ha detto quasi per teorizzare la sua gestione. Dal 2009 per sette anni ha dunque sottratto denaro ai ricchi per redistribuirlo, novello Robin Hood, a chi ne aveva bisogno. In tutto, secondo gli inquirenti, ha spostato 775 mila euro. Purtroppo per lui due anni fa sono scattate le indagini, la procura ha contestato a Baschiera l'appropriazione indebita e la truffa. Lui che si è visto la casa sequestrata, ha patteggiato due anni con pena sospesa con la condizionale. Nonostante tutto, non si pente di niente.
«Li avrei restituiti quei soldi», dice, e punta il dito contro il sistema bancario e sociale, senza nessun pentimento. «Buona l'intenzione», diceva sempre con approvazione il conterraneo di Baschiera Bruno Pizzul nelle telecronache della nazionale, «ma è sbagliata l'esecuzione», aggiungeva con franchezza. La stessa cosa si potrebbe dire del nostro banchiere ribelle. A suo discolpa va detto che, a differenza dei giocatori di calcio, per lui era difficile immaginare una buona esecuzione, visto che prima o poi il sistema era destinato a saltare. Questo rende ancor più simpatico il bancario sognatore. Ci fa pensare che anche in quelle istituzioni asettiche e sempre così implacabili ogni tanto possa accadere un imprevisto a nostro favore. Per questo si è sempre comunque grati al dottor Gilberto Baschiera di Forno di Sopra per aver osato sognare.