Musica che si «differenzia»

Una band capace di suonare quello che l’azienda produce

Una band capace di suonare quello che l’azienda produce

Una riloga legata con una corda a un bidone dell’olio come contrabbasso, un set di vecchie pentole per batteria, un’asse per lavare i panni con due frullini come percussioni e sì, anche una normale chitarra. Sono questi gli strumenti improvvisati con cui il bergamasco Manzella Quartet produce il suo sound. Una musica da strada particolare ma estremamente piacevole che dopo aver conquistato gli spettatori dei più importanti busker festival ha trovato, nel 2010, il consenso anche di Gerry Scotti, Maria De Filippi e Rudy Zerbi, la giuria di Italia’s got talent, trasmissione di Canale 5. Il 19 aprile di sette anni fa il gruppo formato da Alex Castelli di Fornovo, da Giovanni Sessa, di Vidalengo e da Simone Gallarini, di Palazzo Pignano (nel Cremasco), più altri che si avvicendano di volta in volta, agli strumenti, aveva fatto il suo esordio nel prime time della televisione ammiraglia di Mediaset. Un debutto che è avvenuto sotto il segno del successo. La loro versione di Crazy little thing called love dei Queen era piaciuta, raccogliendo l’approvazione unanime della giuria. Interessante il modo in cui partì la partecipazione televisiva: «Un’avventura nata per caso, vissuta con grande divertimento – ha detto Castelli – Qualche mese prima Giovanni Sessa per scherzo mandò una mail a Canale 5 dicendo solo: “suoniamo pentole”». Un messaggio coinciso che però è bastato.

Ora le sfide sono diverse. A quasi sette anni da quel momento di celebrità, il Manzella Quartet continua a stupire. Negli ultimi mesi ha dato vita al Suonaziende. «Fateci vedere cosa produce la vostra azienda – si legge nel sito manzellaquartet.it -, dateci dei campioni di prodotti e noi li ricicleremo creando veri propri strumenti musicali che saranno suonati nelle nostre canzoni, direttamente nella vostra azienda, coinvolgendo il personale aziendale e creando così un evento indimenticabile per tutti. Il personale aziendale e la dirigenza stessa saranno stupiti dal modo in cui verrà rivisitato ogni prodotto, creando nell’immaginario dei dipendenti dell’azienda una nuova visione riguardo quanto quotidianamente producono. Questo approccio aiuta il team building: lo scambio di impressioni e lo stupore si uniranno poi alla partecipazione attiva dei dipendenti nella costruzione dello show. Il personale durante l’evento sarà coinvolto, diventando a sua volta musicista, suonando con la band gli stessi strumenti creati».

 

 

Come funziona l’iniziativa. «Con un percorso – spiega Castelli a L’Eco di Bergamo – che inizia con noi che entriamo nella ditta chiedendole di darci dei campioni di prodotti che ricicleremo, creando veri e propri strumenti musicali i quali saranno suonati direttamente all’interno azienda stessa, coinvolgendo il personale aziendale e creando così un evento indimenticabile per tutti».  L’ultimo caso in ordine di tempo? Sotto Natale, alla Colombo-Filippetti di Casirate: alla cena aziendale, i 250 partecipanti hanno suonato piccoli strumenti musicali (rigorosamente frutto di attività di riciclo di materiali) che la band aveva distribuito a inizio serata. Uno spettacolo. Nel curriculum del Suonaziende  ci sono anche Ikea, che in quanto a prodotti trasformabili in strumenti è una gallina dalle uova d’oro, e la Lagostina: chissà che percussioni, con tutte quelle padelle. La fantasia del Manzella non ha limiti: con la materia prima crea nuovi strumenti. Come il Cammofono (fatto con le camme dei motori), che ricorda il glokenspiel, oppure il mollofono: pezzi di alluminio con molle che, percosse, hanno il loro perché melodico. E nella realizzazioni di queste novità possono esseri coinvolti anche i dipendenti attraverso laboratori specifici.