Battiato, una leggenda vivente

Battiato, una leggenda vivente
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Reduce da una lunga serie di concerti anche all'estero, Franco Battiato, accompagnato dalla Royal Philharmonic Concert Orchestra di Londra diretta da Carlo Guaitoli e affiancato dal tastierista Angelo Privitera, ha dato vita a indimenticabili spettacoli attraversati dall’attesa e consueta onda empatica di brani divenuti immortali. La Cura, Lode all’Inviolato, L’ombra della Luce, E ti vengo a cercare, solo per fare brevi citazioni, sono composizioni con cui la leggenda vivente della musica italiana continua a emozionare i cuori di migliaia di fan.

Franco, qual è il segreto che si nasconde nelle sue composizioni?
«Se ci fosse un segreto, sarebbe un po’ come truccare le carte, no? Nessun mistero, se non quello della Creazione di cui penso di far parte e che attraverso la mia arte cerco di ricordare principalmente a me stesso, augurandomi che abbia lo stesso significato anche per chi ascolta».

 

 

I suoi concerti sono invariabilmente sold out. Lei non è più giovanissimo, eppure ogni volta è un successo.
«Se lo dice lei... Il mio è un pubblico trasversale, capace di riunire tre generazioni: ed è fantastico sentire genitori, figli e nipoti cantare tutti insieme, trascinati e coinvolti da una identica corrente musicale. Molte delle mie canzonette sono quasi diventate proverbiali, quasi barzellette per la loro apparente semplicità. Trovo questo molto divertente».

Musica, pittura, cinema: la sua vena creativa poliedrica si esprime in molte direzioni. È un apparente ossimoro, o la ricerca di alternativi punti di vista speculativi?
«Forse entrambi gli aspetti. In fondo amo contraddirmi per provare il sussulto della sorpresa, in più amo le sfide impossibili: così mi concentro in quel che credevo fuori della mia portata».

Che significato assume il concetto di libertà all'interno della sua arte?
«Posso dire che questa condizione  non si raggiunge facilmente: occorre molta saggezza per conquistarla. Conosco la storia di una samurai che era il numero uno del Giappone: si è suicidato nello stesso istante in cui è venuto a sapere che un altro, geloso del suo potere, lo voleva raggiungere per sfidarlo. Questa è libertà assoluta, esercitata per sé e concessa agli altri».

 

 

Un altro tema a lei caro è la consapevolezza quale mezzo di Conoscenza.
«Lo reputo un principio etico filosofico irrinunciabile a cui anche la scienza attuale non può che attenersi. La Conoscenza del divino aiuta a conoscere meglio se stessi e se noi ci sentiamo affini a quella fonte, la morte sarà davvero quell'apparenza capace di guarirci un giorno forse definitivamente dalla malattia del rinascere».

Di queste tematiche si discute molto sul web, specie in quei gruppi dedicati alla sua persona. Che rapporto ha con il mondo dei social?
«Il piacere di una sigaretta per il gusto del tabacco. Non mi fa male…».

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