Bonalumi e il suo amico Mattarella
«Ho accolto con interesse l’invito rivoltomi dagli organizzatori per questo incontro, invito accompagnato dall’affettuosa insistenza del senatore Bonalumi». Firmato, Sergio Mattarella. Ed eccolo qui nella sua casa di Curno il senatore Gilberto Bonalumi citato dal presidente della Repubblica nella visita a Bergamo di settimana scorsa.
[Il Presidente Mattarella e il senatore Gilberto Bonalumi]
Un bel riconoscimento, senatore.
«Farò un manifesto e appenderò in casa quella frase: “L’affettuosa insistenza di Gilberto Bonalumi”...».
Ci spiega l’aggettivo “affettuosa”? Lei si sente spesso col capo dello Stato?
«Non c’è bisogno. La prossima volta lo vedrò magari fra sei mesi, ma capitasse anche solo una volta l’anno c’è sempre da parte sua nei miei confronti uno sguardo e un affetto che non saprei spiegare. Una linea continua, dal 1983 fino all’altro giorno, che non si è mai interrotta e che è andata avanti senza tanti discorsi o pacche sulle spalle».
Una preferenza frutto di una storia politica...
«Dal punto di vista personale io sono il suo opposto. Ero un operaio e lui un professore, sono diventato parlamentare senza aver frequentato l’università, ogni tanto vado in giro senza giacca, lui non lo farebbe mai. Eppure… sono l’unico che ha la foto con lui nell’ufficio presidenziale. Non vado più spesso a Roma, ma quando mi capita di incontrarlo alle conferenze su temi internazionali si stacca dal corteo, mi viene incontro e mi saluta: "Ciao Gilberto, come stai?"».
Be’, una ragione ci sarà.
«Abbiamo la stessa età: siamo entrambi del ’41. La prima volta che ho sentito il cognome Mattarella è stato negli Anni Sessanta quando ancora lavoravo in azienda. Emilio del Bono, più volte ministro, parlando della classe dirigente degasperiana citò più volte il nome di Bernardo Mattarella».
Il padre dell’attuale capo dello Stato.
«Sì, il padre. Prima di conoscere Sergio, conobbi suo fratello Piersanti, assassinato dalla mafia. Fu in seguito a quella tragedia, nel 1983, che Sergio decise di...