Arrestata a Santo Domingo, in spiaggia

Bruna Giri, la Madoff in gonnella che ha truffato mezza Roma

Bruna Giri, la Madoff in gonnella che ha truffato mezza Roma
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L’hanno definita la Madoff in gonnella. È l’artefice di uno dei raggiri più clamorose ai danni di vip della "Roma bene", ma la sua latitanza è domenica finita dopo cinque anni, a Santo Domingo. Stiamo parlando di Bruna Giri, ex promotore finanziario che si era messa a capo di un gruppo di truffatori che dal 2005 al 2010 ha ingannato quasi 500 persone, attirate nella rete grazie alla promessa di guadagni esentasse con interessi da capogiro sugli investimenti. Grazie alla sua abile parlantina e alla sua esperienza maturata a stretto contatto con gli istituti bancari, la donna, ex dipendente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata ed ex broker (ma radiata nel febbraio 2012 dalla Consob) contattava facoltosi risparmiatori e li invitava a sottoscrivere investimenti con la promessa di un tasso di interesse che poteva arrivare fino al 12% annuo. Ha truffato primari ospedalieri, stimati professionisti, imprenditori, commercianti. Tutti illustri clienti conosciuti in party esclusivi della Capitale, a cui la Giri è riuscita a scucire cifre dai 10mila ai 900mila euro.

Azioni in combutta con consulenti. Per dare una parvenza di legalità, ai potenziali clienti venivano presentati i moduli del Medio Credito Lombardo, una società completamente estranea alla vicenda, che nel 2000 era stata incorporata a Banca Intesa. Le informative erano invece fatte in casa, ricalcate su quelle di una finanziaria, anche questa chiusa da tempo e ignara degli affari della Giri, che agiva in combutta con consulenti, curatori fallimentari e avvocati. Una volta che i soldi, spesso fatti rientrare da San Marino, venivano investiti, ai clienti non veniva mai stato restituito nulla. Erano, invece, impiegati per pagare yacht e auto di lusso di chi l’investimento l’aveva proposto. Il resto veniva trasferito su conti all’estero. In tutto sono stati spillati a ignari investitori qualcosa come 35 milioni di euro. Di quasi 472 persone truffate, in 170 hanno presentato formale denuncia.

Assegni in bianco. Alla Giri e compagni i clienti consegnavano le somme mediante assegni in bianco, che venivano successivamente versati in conti correnti intestati a collaboratori o persone compiacenti che avevano il preciso compito di monetizzare gli assegni stessi, attraverso il prelievo in contanti, anche per ostacolare la ricostruzione dei flussi finanziari e l'accertamento della provenienza del denaro.

Una latitanza dorata. Quando la truffa venne scoperta nel 2011, Bruna Giri scappò. La Guarda di Finanza le sequestrò beni e proprietà per cifre a molti zeri, dalle auto al deposito di 520mila euro, fino a una villa sul litorale laziale. Ma di lei nessuna traccia: si era data alla latitanza, decidendo di trasferirsi da Fregene a Santo Domingo. Per cinque anni ha vissuto tra palme, finissima sabbia bianca e acque cristalline. Insieme alla figlia si è divisa tra ville sul mare e residence di lusso in centro a Santo Domingo, in mezzo a lussi e vizi. Ma poi è arrivata l’espulsione dalla Repubblica Dominicana dopo che l’Interpol di Roma l’aveva arrestata in spiaggia a Santo Domingo. Il viaggio verso Roma l’ha fatto in compagnia di due funzionari dell'Interpol, che l’hanno scortata fino a quando, domenica mattina, è scesa dall’aereo. Quindi è stata trasferita negli uffici della Polizia giudiziaria per la notifica degli atti e poi in carcere, in attesa del processo in cui dovrà rispondere delle accuse di truffa e danni patrimoniali.

L’operazione Missing Money. Nel 2011, a suo carico era stato emesso un provvedimento restrittivo dall’autorità giudiziaria di Roma e diffuso a livello internazionale dal Servizio cooperazione internazionale della Criminalpol. Durante l’operazione denominata Missing Money, che portò alla scoperta della megatruffa, vennero arrestate 15 persone, con l’accusa di peculato, falso ideologico e riciclaggio. Tra i personaggi arrestati anche l'ex modella e attrice cinese Xiao Dong Mei, famosa per essere stata l’icona di Laura Biagiotti. Suo marito è il figlio di quello che all’epoca dei fatti era il compagno di Bruna Giri. Fu proprio il marito di Dong Mei, il commercialista Federico di Lauro, a insospettire il fisco: si dichiarava nullatenente ma conduceva una vita di lussi e sfarzi, al volante di lussuosissime auto. Quando vennero arrestati stavano prendendo il sole sullo yacht di famiglia al largo di Ponza.

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