I fatti del 2019

Candellero assolto dall'accusa di diffamazione della comandante della locale di Azzano

In Consiglio: «Durante la campagna elettorale sono state diffuse voci false, calunniose e diffamatorie nei miei confronti: bancarotta, truffe»

Candellero assolto dall'accusa di diffamazione della comandante della locale di Azzano
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di Laura Ceresoli

Nonostante il suo sorriso stampato sul volto e il suo inscalfibile ottimismo, gli ultimi cinque anni per Alberto Candellero non sono certo stati semplici da affrontare. L'imprenditore 53enne di Azzano ha dovuto sostenere una serie di battaglie legali che, dice, «hanno pesato sulla mia immagine nel delicato periodo della campagna elettorale».

Due volte candidato sindaco, il capogruppo di Insieme per Azzano ha perso contro Lucio De Luca nel 2019 e anche lo scorso giugno ha mancato l'obiettivo per soli 27 voti di scarto da Sergio Suardi. Nonostante la sconfitta alle urne, oggi può però tirare un sospiro di sollievo. È stato infatti assolto dall'accusa di diffamazione a mezzo stampa nei confronti della comandante della polizia locale di Azzano San Paolo, Silvia Paladini.

I fatti che lo hanno portato nelle aule del tribunale risalgono al 2019, quando Candellero, a nome del gruppo Insieme per Azzano, aveva deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Bergamo denunciando atteggiamenti di manifesta parzialità da parte della vigilessa. Secondo l'imprenditore e il commissario di polizia stesso che, in seno alla Procura, verbalizzò l’atto, la Paladini (all'epoca compagna e oggi moglie dell'esponente leghista Giulio Panza) avrebbe assunto «comportamenti gravemente lesivi delle libertà costituzionali nel corso della campagna elettorale».

In particolare, Candellero lamentava «di essere stato perseguitato dalle forze dell’ordine» che avevano «preso di mira lui e il suo gruppo con continui e ingiustificati controlli per la presunta irregolarità dei suoi strumenti di propaganda elettorale».

Il tutto, mentre alcuna osservazione veniva rivolta alla compagine leghista, nonostante le provate irregolarità di quest’ultima. Il culmine quando i vigili comminarono a Candellero due verbali di accertata violazione amministrativa, intimando la copertura della fotografia del candidato, pena il sequestro dei due roll up. Le due sanzioni non ebbero seguito a causa del ricorso effettuato da Insieme per Bergamo all’autorità prefettizia.

Candellero e il suo gruppo, poi, decisero di rendere pubblica la differenza di trattamento della vigilessa con il candidato della Lega, mediante una conferenza stampa a cui furono invitati i giornalisti di diverse testate. Fu questo il motivo scatenante per cui la comandante decise di querelare Candellero per diffamazione a mezzo stampa. Dell'esposto, venne poi chiesta l’archiviazione dall’organo inquirente. Mentre Candellero accettò «per solo rispetto verso l’autorità giudiziaria», la Paladini si oppose, dando seguito alla sola prosecuzione del procedimento a carico dell’esponente di Insieme per Azzano. (...)

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