L'intervista

Carmelo Cortinovis, il maestro del lavoro che oggi fa il contadino ad Albino

Premiato con la stella al merito. «Ho lavorato con passione, non contavo le ore ma il risultato. Adesso che sono in pensione coltivo un pezzo di prato»

Carmelo Cortinovis, il maestro del lavoro che oggi fa il contadino ad Albino
Pubblicato:

di Fabio Gualandris

Sabato 24 febbraio all’auditorium del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, all’albinese Carmelo Cortinovis, classe 1964, dipendente storico dell’azienda Persico Spa di Nembro, è stata consegnata la “Stella al Merito del Lavoro”, il più alto riconoscimento che la Repubblica Italiana riserva a un lavoratore e che permette di fregiarsi del titolo di “Maestro del Lavoro”.

Tra i presenti alla cerimonia il console provinciale dei Maestri del Lavoro Alberto Caldara, il sindaco di Albino Fabio Terzi e il presidente, nonché fondatore della Persico Spa, Pierino Persico. «Una bella persona, esemplare, ingegnosa e umile - ci ha confidato Persico -. Se c’era un problema lo risolveva, è stato un riferimento per tutti».

Abbiamo incontrato Carmelo Cortinovis nella sua abitazione in via Di Vittorio, una strada laterale, quasi in campagna, tra Albino e la frazione di Bondo Petello. Ci vive con la sua famiglia, la moglie Giusi e i loro due figli, Luca di 21 anni e Marco di 19.

Ci racconti degli inizi.

«Dopo la terza media lavorai un anno con mio papà che faceva il contadino, dove siamo noi ora c’erano la stalla e il fienile. Già s’intuiva che il lavoro del contadino non poteva avere un grande futuro, per tirar fuori un reddito ce ne vuole. Pure mio padre, anche se con dispiacere, m’incoraggiò a percorrere altre strade. Così nel 1979, saputo che cercavano un ragazzo alle Officine Maffeis di Desenzano al Serio in via Europa, ci andai e cominciai una nuova avventura. Era una ditta a conduzione familiare, lavorava nel settore meccano-tessile quasi interamente per Vamatex. C’erano il papà, Amedeo, con i suoi due figli, facevamo stampi trancia e pezzi tranciati in serie, l’azienda è tuttora operante in via Maniscalco».

Poi...

«Il lavoro mi piaceva, così mi iscrissi al Cfp di Nembro. Frequentai il corso per operatore macchine utensili. Due anni impegnativi, di giorno lavoravo, di sera studiavo. Dopo il titolo professionale venni chiamato in Somet dove restai dal 1988 al 1990 con contratto di formazione professionale, ma non era il mio ambito».

Arrivò l’esperienza in Persico?

«Sì. Era il 1990, periodo nel quale Pierino (Persico) stava un po’ trasformando la sua attività da modellista a meccanico. L’azienda era in espansione e operativa già a Nembro dopo l’avvio albinese: ci sono rimasto fino al dicembre scorso, un anno oltre la pensione… causa insistita richiesta (ride, ndr)».

Quali mansioni ha ricoperto?

«Iniziai come operatore sugli stampi. Poi Persico creò un piccolo ramo, l’Engineering, dove iniziammo a realizzare le prime macchine: piccole presse, punzonatrici, piccole trance. Se prima per i nostri clienti producevamo solo lo stampo, in seguito iniziammo a fornire anche la pressa, fino ad arrivare alla sua automazione (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 4 marzo, o in edizione digitale QUI

Commenti
Pietro

Bravissimo, tanto di cappello, ma a mio padre del '57 che ancora oggi sta portando avanti un'impresa edile non per soldi ma per abitudine visto tutti gli altri e bassi,( e c...zo se sono stati bassi) , cosa gli devono dare? Comunque congratulazioni, perché queste persone sono da prendere d'esempio.

Seguici sui nostri canali