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Cavernago: raccolta fondi per aiutare Simona, che da 30 anni lotta con la sclerosi multipla

L'unico modo per non peggiorare sono terapie giornaliere, ma il sistema sanitario copre solo parte delle spese

Cavernago: raccolta fondi per aiutare Simona, che da 30 anni lotta con la sclerosi multipla
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Convivere con una malattia degenerativa è una sfida quotidiana e, quando ci combatti per trent'anni, riuscire a far fronte a tutto diventa davvero difficile. Lo sa bene Simona Tavecchio, 51enne di Cavernago, che fin da giovane ha dovuto fare i conti con una diagnosi tremenda, di quelle che non si vogliono sentire: sclerosi multipla. Per aiutarla ad affrontare le spese delle cure è partita online una raccolta fondi sulla piattaforma GoFoundMe. A raccontare la sua storia è PrimaTreviglio.

La storia di Simona

A lanciare l'appello sull'ormai nota piattaforma, utilizzata per petizioni e raccolte fondi, è stata un'amica di Simona, Lucia D'Andrea, che ha deciso di scendere in campo per sollevare la 51enne da quest'onere economico, dato che il Sistema sanitario nazionale passa gratis solo parte dei trattamenti.

«Ciao, sono Lucia e oggi vorrei iniziare a raccogliere fondi per una mia amica - ha raccontato la donna -. Simona ha quasi 51 anni ed è affetta da sclerosi multipla a placche. Ti racconto la sua storia: ha solo 19 anni quando, appena finite le superiori, durante una partita di pallavolo in serie D, inizia ad accusare dei formicolii nel piede, che nel giro di 24 ore si propagano a tutta la gamba, rendendola insensibile. I problemi si ripresentano presto, per cui viene sottoposta a diversi esami: la prognosi è chiarissima, sclerosi multipla. I primi anni sono i peggiori: per almeno venti giorni al mese è costretta a letto con flebo di cortisone, quasi subito rimane paralizzata per tre mesi. A breve inizia a fare quelli che lei chiama "I viaggi della speranza" in ogni parte del mondo, sempre alla ricerca di un medico che la potesse aiutare a stare meglio».

Nel frattempo Simona diventa grande, incontra l'amore della sua vita, si sposa e nel 2009, scoperto di essere incinta di Giulia, deve interrompere le terapie. Durante la gravidanza e l'allattamento sta veramente bene e la prolattina che il suo corpo produce la aiuta molto. Appena interrompe l'allattamento per riprendere le cure, però, arriva il tracollo, da cui non riesce più a riprendersi completamente. Da un anno, inoltre, non lavora più, perché dichiarata inabile al lavoro, motivo per il quale è stata licenziata.

Le terapie giornaliere

«L'unico modo per non peggiorare sono le fisioterapie giornaliere - ha continuato l'amica -, ma il Servizio sanitario nazionale le garantisce un numero di sedute limitate, che copre circa sei mesi all'anno. Gli altri sei sono completamente a carico della sua famiglia, quindi ho pensato di raccogliere dei fondi che le garantiscano lo svolgimento dei cicli di fisioterapia tutti i giorni (ogni terapia giornaliera costa cinquanta euro). Se mi aiutate, garantisco che ogni spesa medica sarà documentata, allegando in questa raccolta le relative ricevute e fatture. Sono sicura che mi darete una mano e vi ringrazio immensamente, fin da ora, per quanto potrete fare».

In meno di una settimana, la raccolta è già arrivata oltre i duemila euro ed è stata condivisa anche dal Comune di Cavernago sui suoi profili social.

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