Ha imparato persino l'arabo

Chi è Thomas, il 19enne olandese che mappa l'Isis dalla sua camera

Chi è Thomas, il 19enne olandese che mappa l'Isis dalla sua camera
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Le cartografie di Thomas van Linge riproducono fedelmente le zone di guerra e segnalano le posizioni delle forze in campo con molta accuratezza. Non a caso le sue mappe sono state usate da autorevoli testate giornalistiche come il New York Times, la CNN e Der Spiegel. E pensare che Van Linge è un giovane olandese di soli 19 anni, ex liceale fresco di diploma che da quattro anni disegna al computer le regioni “calde” del pianeta.

La nascita di una passione. La sua passione per il disegno geografico è nata nel 2011. Era a casa con i genitori, un economista e una psicologa, quando il telegiornale ha annunciato lo scoppio della Primavera araba. Thomas è rimasto colpito dalla massa di uomini armati che si sono sollevati per rivendicare la loro libertà e ha pensato di poter fare qualcosa. Ha così cominciato a seguire gli sviluppi della situazione libica e siriana e ha realizzato la sua prima mappa nel dicembre 2013, presentandola come parte di un progetto scolastico. Mostrava gli schieramenti del YPG (Unità di Protezione Popolare) nel Kurdistan siriano. Poi, qualcuno gli ha chiesto di disegnare una mappa di tutta la Siria. «Non ci avevo mai prestato troppa attenzione, ma ero infastidito dalle altre cartografie che non rendevano chiara la distinzione tra le zone occupate dai gruppi ribelli e dallo Stato Islamico, che all’epoca erano ancora molto intrecciate», ha raccontato recentemente a Newsweek.

 

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Ha imparato l'arabo da solo. Dalla sua abitazione di Amsterdam, vicino all’aeroporto, il ragazzo non ha più smesso di raccogliere dati per nuove carte geografiche. Il progetto scolastico si è trasformato in una sorta di vocazione per Thomas: ha imparato l’arabo da autodidatta e ha ampliato il numero delle sue fonti. Oltre a Twitter e a Facebook, van Inge si serve anche di informazioni di prima mano fornitegli da attivisti, associazioni umanitarie e dai ribelli siriani, curdi e di altre regioni. È riuscito a conquistarsi la loro fiducia e ora comunicano via Skype. In questo modo, grazie ai suoi 1100 informatori, Thomas riesce a realizzare le mappe più affidabili delle crisi belliche che esistano al momento. Nel 2013 il giovane olandese ha aperto un profilo Twitter, @arabthomness, su cui condivide cartografie e dati sugli evento nelle zone in guerra. Le mappe del ragazzo sono pubblicate anche da Pieter Van Ostaeyen, un esperto del fondamentalismo islamico: «Osservare l’evoluzione di qualsiasi cosa stia accadendo è veramente interessante. Le mappe di Thomas sono tra le migliori, per quanto riguarda le vicende siriane e irachene». Negli ultimi sedici mesi, l’«attivista della libertà, della democrazia e della natura», come si definisce Thomas sul suo account, ha reso visibili numerose riproduzioni del territorio siriano, curdo, libico, ucraino, iracheno, palestinese, somalo e del Mali, dove i Tuareg stanno combattendo contro il gruppo fondamentalistico di Al Qaeda. Il suo interesse è diretto verso qualsiasi area del mondo in cui si stiano svolgendo degli scontri armati.

«Mostrare gli sviluppi delle strategie». Il ragazzo che a scuola studiava teatro e che ha imparato a memoria tutti i nomi dei mammiferi dell’Europa Centrale, è ben consapevole dei motivi che lo spingono ad occuparsi della cartografia di guerra: «Voglio soprattutto informare le persone e mostrare loro le dinamiche ribelli nel Paese. Voglio anche che i giornalisti che sono intenzionati a recarsi nella regione sappiano quali zone sono decisamente da evitare, quali sono le più pericolose. Voglio mostrare gli sviluppi delle strategie nel corso del tempo. Twittare la notizia di ogni bombardamento, di ogni vittima del regime di Assad o di Isis, sono convinto che serva per ricordarci di questi crimini, di questi eventi. Accadono tutti i giorni, anche se non compaiono più sulle prime pagine dei giornali», ha dichiarato, sempre a Newsweek.

 

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Le ultime mappe. Thomas van Inge ha pubblicato la sua ultima cartografia agli inizi di giugno. È una mappa delle forze schierate in Siria: nella regione curda il giallo dimostra che il territorio è controllato prevalentemente dall’YPG, mentre la zona occidentale ha una punta di rosso (sostenitori del regime di Assad) e molto grigio (Isis). Ad occidente ci sono le forze pro-regime (rosso), l’Esercito di Liberazione siriano, i ribelli e i jihadisti, in varie sfumature di verde. Aleppo è divisa tra Fronte Islamico, Jabhat al-Nusra, affiliato ad Al Qaeda, e i soldati governativi, mentre Damasco è in mano ad Assad. Nell’estrema regione sudoccidentale, poi, sono schierati i militari israeliani. La complessità della distribuzione cromatica riflette pienamente l’intricata situazione del Paese. Le carte geografiche di van Linge sono usate da molti, specialisti e non. Sono consultate dai giornalisti, dagli attivisti e dalle ong, dai comuni cittadini e anche dalle istituzioni universitarie, come l’ateneo del Texas e la St. Andrews University. Rana Khalaf, un ricercatore del Centro di Studi Siriani del St. Andrews, elogia il lavoro del giovane Thomas, ma fa notare che sarebbe ancora più fruibile se evidenziasse le regioni disabitate e se usasse linee intersecate per mostrare le aree il cui controllo potrebbe cambiare nel giro di una notte.

Il futuro. Ora che ha terminato il liceo, Thomas sta pensando a cosa fare del suo futuro e a come portare avanti la sua attività. Al momento il suo desiderio è quello di lavorare come freelance e di recarsi sui luoghi che ha finora ha monitorato soltanto da lontano. Si sta preparando per andare nel Kurdistan iracheno e vedere con i proprio occhi ciò che sta accadendo. Thomas non ha nessuna intenzione di fermarsi. Vuole continuare a informare il mondo occidentale, con coraggio e perizia.

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