Chi era Giuseppe Bolognini, l'operaio di Pumenengo morto in cantiere a Soncino
Viveva in un palazzo di proprietà della sua famiglia, insieme alla figlia. Era vedovo da quattro anni e da tempo iscritto all'Avis
Un tragico incidente sul lavoro si è portato via Giuseppe Bolognini, operaio di 58 anni morto ieri, giovedì 5 dicembre, in un cantiere a Soncino. Bolognini viveva a Pumenengo insieme alla figlia: sconvolta l'intera comunità.
Cosa è accaduto nel cantiere?
Grazie al lavoro delle forze dell'ordine, è stato possibile ricostruire la dinamica dell'incidente, che si è verificato ieri in via Alda Merini a Soncino. All'interno del cantiere c'erano due mezzi: una betonpompa e un camion con braccio meccanico che, attraverso delle staffe, è in grado di stabilizzarsi al terreno.
Posizionata la betoniera, nel momento in cui le staffe si stavano ancorando al terreno, improvvisamente il terreno al di sotto è ceduto. Il camion si è piegato, così il braccio a sua volta si è ribaltato dall'altro lato dell'edificio. Proprio dove, in quell'esatto istante, passava Bolognini, che è stato colpito alla testa perdendo i sensi.
Immediato l'allarme ai soccorsi ma purtroppo il personale medico giunto sul posto con mezzi e l'elicottero hanno potuto solamente constatarne il decesso.
Chi era Giuseppe Bolognini
Bolognini viveva a Pumenengo, in un palazzo antico che era di proprietà della sua famiglia a inizio paese, nel versante verso Calcio. Prima di lui ci avevano abitato i genitori di lui, Teresa Rossi e Bortolo Bolognini di Rudiano. Come riportano i colleghi di PrimaTreviglio, il 58enne viveva con la figlia, dal momento che era rimasto vedovo quattro anni fa.
Era una persona molto dedita alla sua famiglia, nonché lavoratore instancabile. Da anni era iscritto all'Avis ed era un donatore attivo. «Di lui ho sempre apprezzato la riservatezza - ha raccontato Franco Annoni, ex dipendente comunale e ufficiale della Repubblica, che lo ha conosciuto -. Non era una persona che trovavi facilmente al bar. Nonostante il lavoro pesante e logorante che faceva, trovava sempre il tempo per rispondere alla chiamata dell'Avis e dare il suo contributo di solidarietà per aiutare gli altri».