Luana, la promessa sposa vittima della provinciale della Val Gandino

Domenica 28 febbraio, alla casa di riposo San Giuseppe di Casnigo, c’è stato un continuo via vai. Nella camera mortuaria della struttura è infatti composta la salma di Luana Rossi, la giovane 25enne tragicamente deceduta sabato 27 febbraio in un incidente avvenuto lungo la strada provinciale della Val Gandino, all’altezza di Casnigo. Il dolore dell’intera comunità seriana è enorme. Luana, originaria del Comune nel cui territorio ha perso la vita, da un po’ di tempo viveva a Peia insieme al fidanzato Mattia, del posto, con cui sarebbe convolata a nozze nel luglio prossimo. Giovane e sorridente, Luana lavorava come cameriera al ristorante Vecchia Costa d’Oro, in piazza Ferrari a Rovetta.
Il tragico scontro. L’incidente è avvenuto alle 15.30 circa di sabato 27 febbraio. Luana era al volante della sua Seat Ibiza e stava facendo manovra per uscire dal parcheggio di una via laterale, situato di fronte al complesso Dobenca. Proprio in quel momento una Audi, guidata da un uomo di 42anni di Gandino, sopraggiungeva viaggiando in direzione Bergamo. Lo scontro tra le due vetture è stato inevitabile e violentissimo, tanto che la Seat della 25enne è stata sbalzata nell'altra carreggiata. I testimoni raccontano che l’auto di Luana s’è accartocciata su se stessa. La situazione è parsa subito critica, dato che il corpo della ragazza è rimasto imprigionato nelle lamiere. La 25enne è morta pochi istanti dopo l’impatto e i soccorsi arrivati poco dopo sul luogo dell'incidente non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della giovane. La strada è stata chiusa affinché le forze dell’ordine potessero fare tutti i rilievi del caso ed è stata riaperta al traffico soltanto intorno alle 17, più di un’ora dopo.
Il ricordo di Luana. La sera di lunedì 29 febbraio è prevista, per le ore 20, una veglia di preghiera, mentre i funerali sono fissati per le 14.30 di martedì 1 marzo nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, a Casnigo. L’intera comunità della Val Seriana si è stretta attorno al dolore dei genitori di Luana, Massimo e Miriam, lui dipendente della Promatech di Colzate e lei dipendente della stessa casa di riposo di Gandino dove ora si trova il corpo senza vita della figlia. Al momento dell’incidente, Miriam si trovava sul posto di lavoro. Presto la notizia dell’incidente è iniziata a circolare tra i presenti, ma nessuno conosceva ancora l’identità della vittima. Solo più tardi si è scoperto trattarsi di Luana. Come riporta Il Giorno, chi conosceva la 25enne la ricorda come una ragazza solare e volenterosa, ben inserita nella comunità seriana. In estate aveva collaborato anche con il Coro Idica di Clusone ed era stata una delle accompagnatrici dei cori ospitanti presenti nelle varie manifestazioni organizzate sul territorio. Le amiche, invece, ricordano la gioia con cui stava vivendo l’avvicinamento alle sue nozze. La prospettiva del matrimonio le dava forza e gioia: «Dopo la tempesta, aveva finalmente trovato un po’ di luce, un po’ di sole come diceva lei» raccontano le ragazze a ValSerianaNews.
[Mazzi di fiori in ricordo dei morti lungo la SP42]
La strada maledetta. Oltre al dolore, però, c’è tanta rabbia. La strada su cui Luana ha tragicamente perso la vita, infatti, viene descritta da tutti con un semplice aggettivo: maledetta. La strada provinciale 42, quella che dalla media Val Seriana porta in Val Gandino, è tristemente conosciuta per i numerosi incidenti, molti anche mortali, di cui è stata teatro negli anni. Lunga circa 7 chilometri, il tratto più pericoloso è sicuramente quello iniziale, compreso fra i territori comunali di Casnigo e Leffe, ovvero quello dove ha perso la vita anche Luana. All’incirca due chilometri in cui, negli ultimi decenni, si sono registrate almeno una decina di vittime, senza contare i feriti gravi. A rendere pericolosa la strada è la carreggiata molto stretta rispetto alla densità di traffico, la scarsa illuminazione e la velocità dei veicoli che la percorrono. Su quella strada, in quello stesso tratto, il 15 aprile 2010 perse la vita un 16enne di Casnigo, Marco Bonandrini, che in sella al suo scooter stava tornando a casa. Proprio la madre del ragazzo, supportata da tutti i sindaci della Valle, da anni chiede alle autorità provinciali di intervenire onde evitare che nuove tragedie si ripetano. Diversi comitati, nel tempo, sono nati a supporto dell’iniziativa. Purtroppo, però, nessuno ha ascoltato queste voci. E a farne le spese è stata ora Luana. L’ennesimo mazzo di fiori, l’ennesima lapide, su una strada punteggiata di dolore e di ricordi.