La dusty lady dell'11 settembre Scampata ai crolli, non all'angoscia

Nella mente di tutti, anche da morta, Marcy Borders sopravviverà come la Dusty Lady, la donna di cenere. Perché la foto che la ritrae alla fine della sua corsa per sfuggire alla morte giù per le scale dall’81esimo piano del World Trade Center l’11 settembre 2001, è diventata una delle immagini simbolo di quel giorno che ha per sempre cambiato il mondo intero. Sembrava una statua, volto, capelli, abiti, stivali, il filo di perle al collo, tutto era grigio. Solo una cosa non era rimasta coperta di cenere: i suoi lucidi occhi neri che emanavano paura, il terrore che si era abbattuto su vittime innocenti. Una foto talmente evocativa e forte, che dava una delle misure del disastro, che divenne una delle più riconosciute del decennio, apparse sul Time Magazine nella lista delle “25 most powerful images” e ispirò addirittura una canzone, The ballad of Marcy Borders. Marcy è morta il 24 agosto 2015 per un cancro allo stomaco, secondo lei provocato dal pulviscolo di inquinanti che aveva respirato e ingerito. Aveva 42 anni.
La disobbedienza per salvarsi la vita. Marcy Borders, l’11 settembre del 2001 aveva 28 anni, era nata a Bayonne, nel New Jersey. E lì viveva con la famiglia. Aveva due bambini. Da un mese era stata assunta nella Bank of America. Quella mattina arrivò tardi in ufficio e, già trafelata per via del ritardo, quando sentì oscillare l’edificio andò completamente nel panico. Nonostante il suo capo-ufficio avesse ordinato a tutti di non uscire, di rimanere ai loro posti e di stare tranquilli, Marcy disobbedì e si fiondò giù per le scale. 81 piani divorati tutti d’un fiato, per salvare la pelle. Arrivata a piano terra riuscì a uscire e a correre in strada, poco dopo il crollo alle sue spalle. Una mano la afferrò e la condusse in un luogo riparato. Marcy, nonostante fosse totalmente frastornata, riuscì a prendere il traghetto per il New Jersey e poi a percorrere a piedi 5 chilometri, fino a casa. Si lavò via la cenere, ma non il terrore.
Il racconto della sua disperazione. Passato il clamore dei primi giorni in seguito all’attentato la Bank of America la licenziò, e Marcy finì nel tunnel delle disperazione. Iniziò a bere e a drogarsi. Non riusciva più a uscire di casa. Le portarono via i figli. In un’intervista del 2011 al Daily Mail raccontò: «Avevo rinunciato a me stessa, non mi lavavo. Non mi riconoscevo quando mi guardavo allo specchio. Ero dimagrita fino a pesare 36 chili, solo pelle e ossa. Ero così egoista, e i miei bambini erano stati portati via da mia madre e mia zia. Stavo cercando di uccidermi con le droghe, che era una cosa così egoista. Pensavo che la mia vita fosse diventata un bidone della spazzatura. Prendevo pillole, droga, tutto ciò su cui riuscivo a mettere mano. Non arrivai all’eroina ma chi potrebbe dire dove sarei arrivata. Non sarei andata comunque avanti a lungo». Era un'esistenza costellata di incubi: «Ero convinta che Osama Bin Laden stesse progettando nuovi attacchi. Ogni volta che vedevo un aereo avevo una crisi di panico, se vedevo un uomo su un edificio ero convinta che stesse per spararmi», spiegò in un'intervista.
L’incubo, la rinascita e il cancro. Cercò di uscire dal tunnel andando in un centro specializzato per la cura delle dipendenze perché la sua vita era diventata un inferno. Un barlume di speranza e di voglia di vivere le tornò dopo aver saputo della morte di Bin Laden. Riuscì a disintossicarsi e a riavere la custodia dei suoi figli. Ma la sua nuova vita durò poco. Un anno fa le diagnosticarono un cancro allo stomaco e cominciò un nuovo calvario, fatto di ospedali, chemioterapie, e un ammontare di spese mediche pari a 190mila dollari. Una cifra per lei impossibile da pagare senza assicurazione medica e senza lavoro.
La relazione 11 settembre-cancro. Fin dal primo giorno in cui le diagnosticarono il cancro Marcy diede la colpa all’11 settembre, perché fino a prima di quel giorno non era mai stata male. Non si capacitava di come ci si potesse trovare improvvisamente con un tumore. In un'intervista al Jersey Journal dello scorso autunno parlò della sua malattia in questi termini: «Mi domando se questo abbia causato la mia malattia. Io credo di sì perché non sono mai stata male; né pressione alta, né colesterolo o diabete. Come può accadere che da un giorno all'altro ti svegli e sei malata?». La causa medica non è mai stata accertata, lo stesso destino di Marcy è toccato a molti altri americani. I dati del Centers for Diseas Control and Prevention dicono che il numero di persone sopravvissute all’11 settembre che si ammalano di tumore sono sempre di più, e hanno finora superato quota 4mila.