La Chiesa e le due correnti

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Quando uno è stanco stufo di solito (e se può) gli si dice di prendersi due o tre giorni, per ricaricarsi le batterie. È l’immagine dell’uomo come pila. Le pile contengono una certa quantità di energia che va dal polo + al polo –, sempre nella stessa direzione. Quando si scaricano o si portano nelle isole ecologiche o, se sono rechargeable, le si ricaricano un certo numero di volte. Poi rientrano nel caso precedente. La corrente delle pile, si dice, è continua. Fin che dura, s’intende.

Poi c’è la corrente di casa: prese, spine, interruttori, lampade, elettrodomestici non funzionano con la corrente continua, ma con quella alternata. Il positivo e il negativo continuano a scambiarsi di posto. Per questo le spine possono essere inserite nelle prese senza bisogno di stare attenti al segno più o al segno meno. La corrente alternata non si può immagazzinare. Si genera nel momento in cui viene utilizzata. Se se ne utilizza troppa tutta insieme il sistema non regge e si ha il black out.

L’uomo a corrente alternata non ha l’energia in sé: si attiva a richiesta. Ha un lago a monte, o una fonte di calore in grado di far girare delle turbine, ma in sé non ha nulla. È solo un cavo di collegamento.

C’è un episodio evangelico che rende bene l’idea (Marco, 5, 30-33): quello in cui Gesù, in mezzo alla calca, si accorge di aver erogato una certa potenza e si rivolge a quelli intorno dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». Ai discepoli viene un po’ da ridere: “Chi ti ha toccato? con tutta ‘sta gente che non fa che spingere!”. Ma Lui non si dà per perso e cerca in giro fino a quando la responsabile, “impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità”. La verità era che le si erano arrestate le perdite di sangue di cui soffriva da anni nel momento esatto in cui - ricorrendo a tutte le sue forze - era riuscita a toccare il mantello del rabbi. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male». La potenza di Gesù si genera al contatto. La fede è la richiesta di attivazione.

Anche la Chiesa può pensarsi a pila (o a batteria, che è lo stesso) o a corrente alternata. È a pila quella che immagina che si debba andare in giro belli carichi per distribuire l’energia intorno. È la Chiesa con una dottrina ben strutturata, che sa come ricaricarsi, che offre agli altri la propria potenza perché possano illuminarsi o mettersi in moto. Il più delle volte si esaurisce proprio quando ce ne sarebbe bisogno.

È invece a corrente alternata, on demand, la Chiesa che capisce di aver bisogno degli altri (tanta gente ferita che chiede da noi vicinanza, che chiede da noi quello che chiedevano a Gesù: vicinanza, prossimità. Papa Francesco) per potersi render conto della potenza che può erogare, che non è in lei ma a monte. La consapevolezza di sé, nella chiesa di Francesco, si alimenta nella missione, nel lasciarsi ammaccare, stiracchiare da tutte le parti. Il pericolo è il suo mestiere, non le biblioteche.

Nell’altra versione - è sempre Francesco a ricordarcelo - la Chiesa avrà magari «tutto chiaro, tutto ordinato, ma il popolo credente e in ricerca continuerà ad avere fame e sete di Dio» perché Dio è energia in atto, non in riserva.

È dunque vero anche da un punto di vista elettrico che «Una pastorale che non ha questa attenzione [l’attenzione a chi è in cerca di qualcuno che lo sani, gli dia da mangiare, gli risusciti un figlio] diventa poco alla volta sterile». Cioè da buttare.

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