la tragedia

«Ciao Güsto»: il saluto ad Agostino Bordogni, travolto da un albero a Vertova

Volontario per il Gav, con il quale faceva attività e corse in montagna, e per la via Crucis, dove era figurante, lascia un vuoto in paese

«Ciao Güsto»: il saluto ad Agostino Bordogni, travolto da un albero a Vertova
Pubblicato:

I primi mesi per godersi la pensione, dopo una vita passata a lavorare alla Paganessi Auto di Casnigo, erano già passati, ma il fato non ne ha concessi altri, purtroppo, ad Agostino Bordogni. È lui il 58enne (e non 55enne come inizialmente riferito da Areu) morto ieri, venerdì 28 febbraio, mentre con un amico stava lavorando a degli alberi in un terreno di sua proprietà in località Cavlera, a Vertova.

Sarebbe stato proprio un albero tagliato dall'amico a cadere su di lui, non lasciandogli scampo. Camera ardente e funerale devono ancora essere fissati, dato che la salma (almeno fino a ieri sera) non era stata restituita.

La montagna e il volontariato

Nel mentre, la notizia si è diffusa a Vertova, dove Bordogni viveva con la moglie Stefania, in via Cavour. «Grazie Güsto... Ciao», è il messaggio carico di tristezza inviato dalla pagina Facebook del Gav Vertova, il gruppo alpinistico del paese, del quale il 58enne era un membro attivo. «Era volenteroso, di compagnia ed era uno dei nostri atleti, partecipava a varie corse in montagna», sono le paro di Franco Testa, responsabile del gruppo.

L'impegno nella via Crucis

Non solo, a L'Eco di Bergamo Renato Anesa, responsabile della via Crucis che ogni anno viene organizzata dalla parrocchia del paese, ha ricordato: «Era uno dei quattro figuranti che interpretano i giudei che tolgono il corpo di Gesù dalla croce. Era una persona stimata, gentile con tutti e disponibile, per qualsiasi evenienza lo trovavi pronto e attivo. Aveva un ruolo da protagonista nella via Crucis. Ma lo ricordiamo come una persona umile».

«Molto più di un dipendente»

Il dolore per la morte di Bordogni è arrivato anche a Casnigo, dove ha lavorato per tutta la vita come tecnico di officina. «Era molto più di un dipendente - ha dichiarato il titolare, Paolo Paganessi sempre a L'Eco di Bergamo -. Ha lavorato con noi fin da giovanissimo e a settembre era andato in pensione. Era davvero affidabile e non conosceva orari»

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali