Colantuono, ora basta. Ma Stendardo che fine ha fatto?
No, caro Colantuono, così non va. L'Atalanta fa un passo avanti e tre indietro. Batte il Parma all'ultimo respiro, dopo avere incassato quattro sconfitte consecutive, poi va a Udine, cade di nuovo e cade malissimo. L'allenatore punta il dito contro la squadra, dichiara: «Questa non è la mia Atalanta». Non ci sono dubbi. Abbiamo alcune domande per lui e siamo certi che risponderà con l'abituale franchezza. Perché queste sono gli interrogativi che si pongono tutti i tifosi, sconcertati da un avvio tanto pessimo quanto molto, molto rischioso.
1) Qual è l'Atalanta di Colantuono: quella che ha segnato 3 gol in 8 partite, ne ha vinte 2, pareggiata 1 e perse 5 nelle ultime 6?
2) Quella che in Friuli dopo 6 minuti prende gol da Di Natale e in 90 minuti non riesce a fare manco un tiro in porta degno di questo nome?
3) Caro Colantuono, che cosa diavolo ha questa Atalanta?
4) Dov'è finita la squadra che, nella passata stagione, centrò le sei vittorie di fila che la portarono in zona Europa League?
5) È una questione di preparazione, di mentalità o che altro?
6) Che cos'ha Denis, che non segna da maggio?
7) Perché questa squadra è ossessionata dalla paura di sbagliare?
8) Che fine ha fatto Stendardo? Perché non gioca più? Non sta bene? Come mai è sparito dai radar, lui che in agosto era stato richiesto dalla Samp, oggi terza in classifica con l'Udinese?
9) Fabio Gennari che l'Atalanta respira ogni giorno, a proposito della prestazione di Biava in Friuli, scrive che forse l'ex laziale ha bisogno un po' di riposare. Ci può stare. E forse che Stendardo non è più all'altezza di giocare titolare nell'Atalanta?
10) Mercoledì c'è il Napoli. Caro Colantuono, lei ha definito la sconfitta di Udine un black-out che può capitare. Deve essere l'ultimo. Deve.