Com'è andato (fino a ieri sera) il calciomercato delle grandi
Juve voto 10. Inter 9. Milan 2. Le altre in ordine sparso. Il mercato non si fa giorno per giorno e nemmeno ora per ora, ma minuto per minuto. Così, addì 23 giugno 2015, quando si fa sera, la risposta è facile se il direttore Ongis chiede: mi daresti i voti di acquisti e cessioni sino a questo momento? Perché la Juve ha ulteriormente scavato il solco che la divide dalle rivali con 4 colpi piazzati in sequenza. Il primo, addirittura, è datato gennaio scorso, quando Rugani è stato riscattato dall’Empoli. Poi sono arrivati Dybala, Khedira e Mandzukic. Un poker che permette di assorbire i contraccolpi della partenza di Pirlo e Tevez. Ma i campioni d’Italia non si fermano e seguono Oscar, Jovetic e Salah.
Poi c’è l’Inter, sugli scudi con il colpo Kondogbia, soffiato al Milan nel sabato nero di Galliani che, sino alle 13.30 del 20 giugno, era convinto di avere in pugno il centrocampista del Monaco e, invece, l’ha perso malamente. L’Inter che ha già chiuso per Miranda e Murillo, la nuova coppia centrale brasileiro-colombiana, negli auspici dei tifosi destinata a cancellare il ricordo dell’orripilante banda del buco vista in azione nell’ultimo campionato.In altomare c’è il Milan di Berlusconi che parla, parla, ma per ora rimedia fiasco senza frontiere. Do You remember prima delle amministrative? Silvio dixit: «Se il Real non tiene Ancelotti, Carletto sarà il nostro nuovo allenatore e Ibrahimovic tornerà». S’è visto. Come non si sono visti Jackson Martinez, soffiato dall’Atletico Madrid al Milan, su su sino a Kondogbia che fa rima con Pogba non soltanto per l’assonanza, ma perché, assieme al bianconero, è uno dei più forti centrocampisti dell’ultima generazione del calcio mondiale. Sono settimane che Berlusconi racconta facezie ai milioni di milanisti fuori dalla grazia di Dio per le promesse non mantenute. Sveglia, Silvio: Mr. Bee o non Mr. Bee, questo MiIan deve essere rifondato alla svelta. Sennò, nessun inferno sarà mai abbastanza profondo per contenere l’ira della gente rossonera. Che non ama essere presa in giro.