Etichette che travalicano i sessi

Come riconoscere una befana

Come riconoscere una befana
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Facile dir "befana", con quel tono un po' spregiativo e tutto impregnato di maschilismo. Oggi come minimo bisognerebbe trovar l'equivalente maschile, tipo "befano", perché nella società liquida in cui viviamo anche  i confini tra i generi tendono a farsi sempre più indecifrabili. E certe etichette travalicano i sessi.

L'identikit della "befana/o" 2016 quindi, innanzitutto, ha questa caratteristica primaria: non è più una prerogativa dell'altra metà del mondo. È un identikit che ribalta totalmente il dettato della vecchia canzoncina: scordatevi quindi scarpe rotte e toppe sulla sottana (o sui pantaloni). Oggi quelli appartengono a un'umanità che davvero ha poco di befanesco. Se si bada alla "mise" siamo all'opposto. E se toppe ci sono, sono tutte ricercatissime e probabilmente cucite con fili dorati. Quanto alle scarpe forse non hanno stringhe, o sono la destra bizzarramente diversa dalla sinistra. Ma tutto per calcolo e non certo per indigenza...

 

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La befana o il befano di oggi è un personaggio ricercatamente eccentrico. Dell'antico prototipo conserva la voce, un po' stridula, di quelle che forano i timpani, e che si fanno sentire in ogni contesto. Ma rispetto al prototipo è venuto meno il senso della misura. La vecchia, cara befana ti faceva sobbalzare con i suoi gridi un po' rauchi, ma poi ripiegava veloce verso altri destinatari. Oggi invece i nuovi "befani" (il maschile in questo caso abbraccia tutti i generi) non mollano la presa. Continuano con le loro chiacchiere inutili, nell'assoluta indifferenza dell'interlocutore. Parlano, parlano con la capacità davvero unica di non dire niente. Parlano e le parole sono fastidiosi gancetti che non ti mollano, anche se proprio l'interesse è sotto zero.

Altra caratteristica del tipo befanesco è naturalmente la capigliatura. La sapevamo arruffata, un po' cespugliosa, tutta all'indietro per via del suo continuo volare. Oggi non lasciatevi ingannare, perché siamo all'esatto opposto. Capelli, quando ce ne sono, sono corti, tendenzialmente unisex, che non capisci sotto che sesso ci sia. Non sono quasi mai del colore un po' brutale che la natura ha assegnato. Hanno colpi di biondo, di rosso, a volte anche di blu. E se ne scovate uno fuori posto, state tranquilli che è tutto calcolato. Anche perché le nuove befane/i certamente non hanno preso vento in faccia: sono quasi certamente appena scesi da un comodo taxi.

 

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A proposito di movimenti, la vecchia scopa è arnese ormai messo negli archivi. Il tipo befanesco di oggi neanche sa cosa sia, non dico per volare, ma neanche per pulire. Oggi ci sono i bei robottini, i cleaning robot, che puliscono i pavimenti, da soli, obbedienti agli ordini dei loro padroni pigri. E se non ci son loro, nel caso non manca mai una colf... Così la vecchia scopa è lì un po' triste, abbandonata e guardata con disdegno un po' razzistico dal befanismo di oggi. Noi la guardiamo invece con un po' di nostalgia, perché era carica non solo di dolci ma anche di sogni. Volava nei nostri personalissimi cieli, facendo piovere buon umore e simpatia. Speriamo che torni ancora una volta la vecchia, cara befana. E ci faccia dimenticare per un giorno l'insopportabile "befanismo" dilagante.

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