Quando il commissario Murtas non si piegò agli ordini dall’alto
Ha finto di «obbedire» a una richiesta che gli arrivava da un suo superiore, ma poi ha applicato alla lettera la Legge. Il nome del vice questore aggiunto Angelo Lino Murtas, comandante del Commissariato di Polizia di Treviglio, è finito suo malgrado tra le tante pagine dell’inchiesta Maxwork. Estraneo totalmente alla vicenda, Murtas è stato ascoltato dalla Procura di Bergamo per un dettaglio che rende onore alla divisa che porta. Si tratta della vicenda giudiziaria che ha riguardato l’ex questore di Bergamo Fortunato Finolli e i suoi rapporti con l’imprenditore Giovanni Cottone, ex marito della soubrette Valeria Marini. La società di Bergamo Maxwork, che gestiva oltre tremila lavoratori interinali, era stata dichiarata fallita a giugno 2015 dal tribunale e, secondo le indagini, con il capitale dilapidato in modo fraudolento.
Dalle carte dell’inchiesta è emerso anche che Finolli (il quale lo scorso marzo è uscito dal procedimento patteggiando una pena di un anno e 11 mesi per le accuse di peculato, falso in atto pubblico, favoreggiamento e corruzione), aveva chiesto al commissario di Treviglio di intercedere con i carabinieri per la pratica di cittadinanza dell’allora fidanzata dell’amico Cottone, una modella brasiliana. Murtas, sentito dagli inquirenti, aveva poi spiegato di «aver simulato con l’allora questore» di averlo accontentato. Una dichiarazione che è stata puntualmente verificata dalla Procura. Ovviamente, il comandante del commissariato di Treviglio non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa in merito a questa vicenda. Una situazione che, immaginiamo, probabilmente gli ha creato non poca amarezza e imbarazzo. Sta di fatto che la sua immagine ne è uscita sicuramente rafforzata, visto che non ha ceduto alle forti pressioni che gli arrivavano dall’alto.