Il lutto

Curno ha detto addio a Costanzo Gandolfi, il «fiorista filosofo» sempre garbato

Piga: «Lui era gentile senza secondi fini, lo si capiva soprattutto da come parlava della natura». Era un grande amico degli animali

Curno ha detto addio a Costanzo Gandolfi, il «fiorista filosofo» sempre garbato
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di Monica Sorti

Sabato 13 luglio se n’è andato improvvisamente all’età di 88 anni Costanzo Gandolfi, un pezzo della storia di Curno. Il fiorista, classe 1936, era molto conosciuto, non solo in paese ma anche a Mozzo, e sono stati tantissimi i messaggi di cordoglio, i ricordi e le testimonianze comparsi sulle pagine Facebook dei due paesi.

«Sempre gentile, garbato, educato, uomo premuroso, una brava persona, sempre presente e devoto al suo negozio», sono solo alcuni degli aggettivi con i quali centinaia di suoi concittadini l’hanno descritto.

A conclusione della messa funebre celebrata martedì 16 luglio nella chiesa parrocchiale di Curno, Claudio Piga, un amico di famiglia che conosceva molto bene il signor Costanzo, gli ha dedicato un ricordo. Anche noi l’abbiamo sentito e ci ha raccontato del legame profondo che li univa e del loro rapporto di amicizia e di stima trentennale: «La mia con Costanzo è stata una conoscenza graduale, perché era una persona riservata, che non aveva ansia di dire come la pensava, anche se aveva idee precise su molte cose. Non pretendeva di dire tutto su tutto, ma aveva un pensiero strutturato, anche se non lo voleva imporre».

Piga, che lo definisce «fiorista filosofo», ricorda che i loro primi incontri sono stati molto formali. «Non ci si apriva reciprocamente finché, poco per volta, io ho capito che era una persona con la quale valeva la pena approfondire la conoscenza e così credo abbia pensato anche lui di me». Da allora le cose sono molto cambiate.

Il suo era un negozio con una personalità innata, frutto dell’accumulazione di diverse esperienze: quella di Costanzo, che all’inizio è stata il riferimento fondamentale, e quella di Angelo, che in seguito ha diversificato l’offerta con la sua impronta.

Un piccolo gioiellino che ha resistito alla grande distribuzione, perché Costanzo si dava molto da fare, era un grande lavoratore. «Una persona estremamente gentile, e la sua gentilezza era modulata secondo le persone. Anche questo era un suo pregio - continua Piga -. Era una persona umile che possedeva un grande intuito, una capacità di leggere la natura umana. Il fatto che non si imponesse non deve far pensare che non avesse delle idee. Aveva l’intelligenza di non correre a esprimerle, ma prima tastava il terreno». (...)

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