Dai mangiabanane alle checche Qualcuno chiuda la fogna del calcio

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In principio c'è stato Tavecchio, impunito in Italia, punito in Europa con sei mesi di squalifica Uefa. Ma quei mangiabanane dell'ancora non presidente Figc (era la fine di luglio, lui è stato eletto l'11 agosto) sono stati il tappo fatto saltare dal calcio parlato per liberare istinti volgari e parole ributtanti.

Il crescendo è stato impressionante. Il 26 settembre il signor Claudio Lotito, presidente della Lazio e consigliere federale delegato alle riforme, sbotta: «Marotta? Con un occhio gioca a biliardo e con l'altro segna i punti». Naturalmente, dopo un mese e mezzo non c'è traccia di deferimento da parte del procuratore federale Palazzi: quello che ha archiviato le parole razziste di Tavecchio, quello che tace su Lotito. E tace su Ferrero, il pirotecnico presidente della Samp che, a proposito di Thohir, afferma: «L'avevo detto a Moratti di cacciare quel filippino». Thohir è indonesiano e allora la signora Evelina Christillin, già madre e comandante di Torino 2006, sul suo blog gli dà del cicciobello indonesiano, chiama Moratti-Adams la famiglia del predecessore di Thohir e regala altre parole urticanti.

Poi, naturalmente, puntuali arrivano le scuse. Non di Lotito, quelle no. Di Ferrero che dice di essere sempre andato d'amore e d'accordo con la gente filippina e della Christillin che fa retromarcia. Ma il peggio deve ancora venire. L'allenatore dell'Arezzo, tale Capuano, furibondo con alcuni sui giocatori, sbotta omofobo: «Non voglio checche in squadra». Qualcuno chiuda questa fogna a cielo aperto.

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