Il debutto di Giulia Sol da Treviolo Un astro nascente del musical
Dopo decenni in cui il genere musical ha mantenuto – sia nei teatri che nei cinema – l'eterna seconda posizione dietro a rappresentazioni e film, da qualche anno il settore si sta vigorosamente riprendendo il posto che gli spetta. Di questa risalita è protagonista anche una giovane treviolese, Giulia Sola – in arte Giulia Sol – ventiduenne che un mese fa ha debuttato al Teatro Nuovo di Milano interpretando il fondamentale ruolo di Penny Pingleton – la migliore amica della protagonista – nel musical Hairspray, una storia di lotta per l'integrazione delle persone di colore nell'America degli anni Sessanta.
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La formazione. Le tappe che hanno portato la giovanissima bergamasca a raggiungere un debutto così importante sono dense di passione, ma anche di molto impegno e tenacia. Una storia che parte da lontano: «Avevo quattro anni quando per la prima volta ho visto Notre Dame de Paris. Terminato lo spettacolo chiesi immediatamente ai miei genitori di regalarmi dei vestiti verdi, perché mi sentivo Esmeralda». Crescendo la passione per i musical «ha lasciato spazio ad altre attività, come la pallavolo, ma nel 2011 una vacanza a New York mi ha letteralmente riaperto un mondo. Avevamo l'hotel in Times Square, sull'incrocio fra la Settima Avenue e Broadway, luoghi simbolo per i musical. Lì decisi che dovevo seguire questa passione fino in fondo».
Terminati gli studi al liceo linguistico di Bergamo, Giulia ha deciso che quella passione doveva diventare la sua professione. «Dopo la maturità sono stata presa all'Sdm, la Scuola del Musical di Milano fondata da Saverio Marconi - celebre attore e regista, icona del musical in Italia - e nel 2016, dopo il diploma accademico, ho esordito come Jasmine in Aladine, lo spettacolo scritto dai Pooh, del quale io però portavo in scena la versione family show, cioè spettacoli ridotti pensati per i più piccoli».
Il debutto. Hairspray è quindi il vero debutto di Giulia, un debutto a cui lei stessa stenta a credere: «Si dice sempre “se me l'avessero detto un anno fa non ci avrei creduto”; ecco in questo caso è proprio vero. Mi trovo a recitare con attori che ammiravo a teatro e con cui ora condivido il palcoscenico». Giulia è la più giovane del cast ed è soddisfatta del lavoro che l'ha portata fin qui. Un lavoro «svolto in un ambiente molto competitivo, con audizioni a cui prendono parte moltissimi attori e in cui bisogna abituarsi a prendere molti no, senza farsi abbattere». Fare l'attore è infatti una professione composta da impegno e bravura, ma anche dalla capacità di rispecchiare la parte per cui ci si candida. «Devi essere bravo se no non vai avanti, però essere bravi non basta, ma bisogna avere la fortuna di trovare ruoli adatti a te. Dal punto di vista fisico è importantissimo: io sono alta un metro e settantaquattro e credo che la maggior parte delle volte non ho passato le audizioni perché troppo alta. Quando è uscito il bando delle audizioni per Hairspray, ho visto il ruolo e ho detto: sono io».
Il debutto per Giulia è stato «bellissimo, pazzesco. Ero tesa, essendo il mio primo spettacolo di queste dimensioni, ma quando abbiamo iniziato è scattato qualcosa tra noi del cast e il pubblico che mi ha dato la forza». Davanti a sé Giulia ha una strada lunga da percorrere, a partire proprio dai giorni appena trascorsi: Hairspray è rimasto al Teatro Nuovo di Milano fino al 18 febbraio, per poi trasferirsi al Teatro Brancaccio di Roma fino al 4 marzo.