Era ora, ma se la Dea ci ricasca sbattetela in ritiro fino a maggio
Per tornare a vincere una partita l'Atalanta ci ha messo 3 mesi e mezzo, raggranellando la miseria di 6 punti nelle 14 gare che hanno preceduto il successo sul Bologna. Poi ci sono voluti l'ira di Percassi, la sfuriata a Zingonia, il ritiro anticipato, le dichiarazioni di Reja pronto a lavorare gratis l'anno prossimo se quest'anno riesce a salvare la squadra dalla B. Bene. Anzi male.
Perché il primo che alza la mano e ha il coraggio di esultare tronfio per il 2-0 ai rossoblù, vince un ritiro punitivo a Zingonia sino al 15 maggio. L'Atalanta ha fatto il minimo sindacale, superando il satollo Bologna che, da quando si è convinto di essere salvo, ha incassato 2 sconfitte, 3 pareggi e non riesce più a vincere uno straccio d'incontro. Ergo, ci voleva tanto Atalanta?
Ci voleva tanto Reja per capire, ad esempio, che tenere fuori Stendardo per tre mesi fosse un suicidio annunciato, considerata la qualità della difesa che non è stata esattamente di cemento armato? Ci voleva tanto a schierare Diamanti titolare e non riserva? E potremmo andare avanti a lungo. Ora c'è la sosta pasquale, poi all'Atalanta in sequenza toccheranno Milan, Torino e Roma. Occhio a non sedersi di nuovo. Occhio a non riaddormentarsi. Occhio a non ricominciare con le distrazioni e le leziosità.
Ci sono otto partite per dimostrare di essere da Atalanta. Chi non lo sarà stato, farà le valigie. Chiunque sia, sopravviveremo.