Fornai Cretti a Osio Sotto, dal 1976 il sogno di fare del buon pane
«Terrorizzati. Noi panettieri siamo tutti sempre terrorizzati: dalle tre di notte quando si inizia a lavorare fino a prima di pranzo non c’è mai un attimo di respiro». Esordisce con il motto di famiglia Romano Cretti, che dal 1976 fino a oggi ha sempre tenuto le mani nella farina. «Abbiamo tutti seguito il suo sogno», confida la madre Francesca Gandelli, classe 1934 e chiamata da tutti Franca. «Quando lo cercavo per mandarlo a scuola, non lo trovavo mai. Ho scoperto che andava a fare il garzone dal fornaio Bresciani che aveva il panificio in piazza, proprio dove nel 2003 Romano ha comprato l’attuale negozio. Mio marito ai tempi faceva il camionista e prima ancora aveva fatto il pastore. Romano non aveva ancora 15 anni, ma continuava a insistere e alla fine ha avuto la meglio. Abbiamo adocchiato l’occasione quando il Passera, panettiere con forno situato lungo la via fra le due piazze di Osio, sembrava intenzionato a lasciare l’attività. Così siamo entrati noi. Mio marito è dovuto tornare a scuola e ognuno ha contribuito a far nascere e sviluppare l’attività. Romano e suo fratello Severino portavano il pane in bici, dividendosi i quartieri di Osio; Angela, la più giovane, aiutava in negozio».
«I primi tempi il Passera stava seduto sulla sua sedia e mi guardava. Non mi ha mai dato un consiglio, ma io avevo osservato tutto con attenzione e avevo imparato bene», si inserisce Fioravanti Cretti, padre di Romano, da tutti chiamato Dante. «Mio papà è sempre stato un instancabile lavoratore - dice Severino -. Si svegliava all’una e mezza e veniva a grattare alla porta di camera mia e di Romano. Sentivamo il forno accendersi e sapevamo che a breve avremmo dovuto mettere i piedi fuori dal letto e correre al lavoro». Il sogno di Romano ha coinvolto tutta la famiglia e ha dato inizio a una tradizione che ora è portata avanti dai suoi figli, Francesco e Manuel. I due giovani sono affiancati da Davide Zanetti, arrivato da soli cinque mesi ma già ben inserito. In negozio si possono incontrare Giovanna Diani e Maria Cosentino, la madre dei ragazzi. «Non riesco proprio a immaginare quanto fosse tosto lavorare ai tempi di mio nonno», confessa Francesco. «Noi ora, nonostante l’aiuto delle nuove tecnologie, siamo costantemente “terrorizzati”, come direbbe papà, e corriamo avanti e indietro dalle tre di notte fino all’una di pomeriggio; senza le attuali macchine che velocizzano passaggi semplici come la stampa delle forme e con molto più pane da produrre, un tempo i ritmi del forno dovevano essere terribilmente frenetici!».
Francesco, che oggi ha 25 anni, ha iniziato a fare il pane a 16; il fratello maggiore Manuel lavora nell’attività di famiglia da un solo anno. «Prima avevo un posto fisso in azienda, ma poi ho deciso di lasciarlo: serviva una mano qui, quindi ho deciso di abbandonare la mia vita precedente e immergermi in questa nuova avventura. Ora io e mio fratello facciamo coppia fissa e ci aiutiamo a vicenda. Spesso seguiamo corsi per imparare e aggiornarci sulle nuove tecniche e soprattutto nuove farine. Oggi la gente mangia meno pane, ma soprattutto vuole e richiede farine ricercate. Noi cerchiamo di rispondere alle esigenze di tutti, abbiamo pane con semi di chia, pane alla curcuma, pane di segale; tuttavia, non smettiamo mai di produrre le tradizionali e intramontabili tartarughe, che continuano comunque ad andare per la maggiore. Il Mulino Colombo di Calusco d’Adda ci fornisce le farine e spesso ci segnala corsi e seminari per migliorare i nostri prodotti. La competizione dei supermercati è sempre più alta, ma noi non siamo troppo preoccupati. Siamo consapevoli che i nostri prodotti siano di una qualità estremamente superiore, sia per l’attenzione nella scelta delle materie prime, sia per la cura nella preparazione. Abbiamo una tradizione solida alle spalle, ma allo stesso tempo sappiamo sempre aggiornarci e innovarci. Di recente, abbiamo iniziato ad andare verso la pasticceria. Da qualche mese stiamo lavorando sodo sulle brioche e crediamo che ora siano proprio una bomba. Come la nostra pizza, per la cui ricetta abbiamo passato sei mesi di sperimentazioni e piccoli miglioramenti: ora è imperdibile!».