Il giovane Latte Lath è l’emblema di un’Atalanta di cui essere fieri

A testa alta, l’Atalanta è uscita dalla Coppa Italia con la consapevolezza di avere fatto un altro, importante passo avanti lungo la strada che la porterà molto lontano. Perché, se è vero che i nerazzurri non sono riusciti ad infrangere il tabù Juve (quattordicesima sconfitta consecutiva contro i bianconeri che la Dea non riesce a fermare da sette anni), è altrettanto vero che la prova dello Stadium è stata ben diversa da quella offerta in dicembre e che interruppe la serie di sei vittorie consecutive in campionato.

Avvio bruciante dei bergamaschi, micidiale ritorno dei Campioni d’Italia, che li hanno tramortiti con l’uno due firmato Dybala-Mandzukic, strepitosa ripresa degli uomini di Gasperini che ha cambiato e ricambiato l’assetto tattico della squadra, mettendo alle corde Allegri e rischiando addirittura il clamoroso 3-3 dopo la meraviglia di Konko e la rete di Latte Lath. Il diciassettenne attaccante, ennesimo gioiello di Zingonia alla terza presenza in prima squadra, se la ricorderà per tutta la vita.

Allo stesso modo, i tifosi nerazzurri presenti a Torino e quelli che hanno seguito la gara in tv hanno avuto molte buone ragioni per spellarsi le mani di fronte alla coraggiosa, caparbia, ringhiante prova di un’Atalanta che ha letteralmente fatto tremare la Juve in casa sua. Sconfitta di misura, la Dea merita soltanto applausi e incoraggiamenti ad andare avanti sempre così. Quando una squadra si batte in questo modo e con questa determinazione, deve essere fiera di se stessa, così come devono esserlo i suoi tifosi. Comunque vada a finire, la stagione è già un successo. Ma sappiamo che il bello deve ancora venire.